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Regionali: sette Regioni al centrosinistra, sei al centrodestra

30 mar 2010
Una tornata elettorale caratterizzata dal boom della Lega, ma anche di Beppe Grillo, al Nord, dalla crescita dell'Italia dei Valori, dal forte astensionismo e dai testa a testa in Regioni chiave come Lazio e Piemonte, passate al centrodestra, che vince anche in Lombardia, Veneto, Calabria e Campania. Il centrosinistra perde quattro regioni e resta in Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Marche, Basilicata e Liguria, con la Puglia che riconferma Nichi Vendola. Tiene il Pdl, ripresa di consensi per il Pd rispetto alle scorse europee. "Sono sceso in campo e questa è la mia vittoria", commenta a caldo il premier Silvio Berlusconi. "Nessuna battaglia nel Pdl, non cambiano gli equilibri di governo, è solo la sinistra che è andata ko", afferma il leader leghista Umberto Bossi. Da parte sua, Pier Luigi Bersani, osserva un'inversione di tendenza positiva per il Partito democratico, al quale però Antonio Di Pietro lancia un messaggio chiaro: "Ora bisogna affidarsi all'Italia dei valori per ricostruire una coalizione per l'alternativa di governo".
In Emilia Romagna si riconferma Presidente Vasco Errani, con il 52%, sotto di dieci punti rispetto a cinque anni fa. E oggi, nella rossa Emilia, il Pd è al 40% mentre Pdl e Lega al 38%. Il movimento “Cinque stelle” di Beppe Grillo ha raccolto quasi 160mila voti. Il 7%. La Lega triplica: dal 4,8 al 13,7%. Infine il partito del non voto: trecentomila più dell’altra volta. Quasi l’intera provincia di Ferrara.

Sonia Tura

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