Una relazione che suona un po’ come un testamento politico. Nel chiudere il suo quarto mandato Pier Marino Menicucci considera infatti definitivamente conclusa la sua esperienza alla guida del partito e invoca con forza il rinnovamento, non solo delle persone ma anche del modo di fare politica. Ho cercato di fare – ha dichiarato – ciò che pressoché all’unanimità mi era stato chiesto all’ultimo congresso. A chi prenderà il testimone il Segretario uscente lascia un compito: quello di proporre grandi momenti di riflessione, non sufficienti però – ammonisce – se non accompagnati da atteggiamenti di impegno per una vera e corretta vita democratica, da cui nessuno - aggiunge – deve sentirsi esonerato. Ma nel concludere la sua esperienza alla segreteria Menicucci si augura anche che il tempo offra a tutti la possibilità di recuperare maggiore pacatezza e serenità. Lo fa dopo aver ripercorso la spinosa vicenda Scaramella: siamo accusati soprattutto dall’interno – afferma – di aver cospirato con Scaramella. Quando venne a San Marino per dare alcune consulenti sull’ordine pubblico – afferma – aveva un curriculum di tutto rispetto: propose alcune cose che non vennero accettate perché ritenute eccessive per il nostro Paese. Si è voluto favorire lo scontro, la polemica, la battaglia, - ha detto - addirittura dimenticando che a l’incontro di Miramare era presente il personaggio più autorevole del Governo: il Segretario agli esteri.
E la approfondita relazione del Segretario ha voluto prendere in esame numerose questioni, a partire dall’esame dell’ultimo congresso di due anni, passando attraverso la valutazione della situazione internazionale, la lunga stagione dell’instabilità politica, fase pre-elettorale e quella post, con la nascita dell’attuale Governo, che giudica debole, non coesa politicamente e per questo non utile al paese. Menicucci esprime critiche severe all’indirizzo del Partito dei Socialisti e dei democratici ma non per questo rinuncia ad aprire a quella forza, con la quale – dice – comunque si dovrà ragionare, ci si dovrà confrontare. Rappresenta – afferma – una parte significativa dell’elettorato e non possiamo cancellare una buona parte di lavoro fatto nell’interesse del paese. Con Sinistra Unita restano ferme e marcate le differenze mentre l’analisi più approfondita la dedica ad Alleanza Popolare, l’argomento più complesso. Ap – dichiara Menicucci – è debole e rischia di perdere quei caratteri di diversità per i quali si è impegnata sulla scena politica e potrebbe pagare per questo un prezzo altissimo. Per il segreariuo democristiano Alleanza Popolare è uscita male dalla questione dei Giochi, come pure dalla commissione d’inchiesta dove – afferma – ha chiuso gli occhi per proteggere questo Governo. Sulle sei forze che compongono l’opposizione Menicucci rileva le diversità ma evidenzia la manifestata volontà di collaborazione per trovare posizioni sempre più vicine. Su questa strada – dichiara – si dovrà continuare. Un’opposizione – aggiunge – decisa a giocare un proprio ruolo e pronta a candidarsi alla guida del Paese. La Dc – afferma – non è mai stata isolata e mai lo sarà se saprà essere protagonista sui grandi temi. Nell’analisi della situazione interna al partito, Menicucci non poteva non dedicare un capitolo ai cosiddetti autosospesi, assenti da questo congresso, dichiarandosi addolorato. Sui 4 consiglieri il segretario punta il dito accusandoli di aver portato soccorso alla maggioranza in più occasioni, compresa la commissione d’inchiesta. Senza questo aiuto – dichiara – questo Governo sarebbe caduto già da due mesi. Le loro posizioni pubbliche – aggiunge – avevano il duplice scopo di indebolire la Dc e dare fiato al Governo. E parlando di unità la definisce fondamentale: Unità – afferma – che non è unanimismo, che significa saper rinunciare a qualcosa per un bene più grande e prezioso rispetto al proprio interesse personale. Noi oggi – conclude – siamo chiamati a compiere un’azione di vero rinnovamento. Sta a noi dire che ci siamo e che il partito uscirà da questo congresso rinnovato, forte e pronto a sostenere una nuova stagione politica
E la approfondita relazione del Segretario ha voluto prendere in esame numerose questioni, a partire dall’esame dell’ultimo congresso di due anni, passando attraverso la valutazione della situazione internazionale, la lunga stagione dell’instabilità politica, fase pre-elettorale e quella post, con la nascita dell’attuale Governo, che giudica debole, non coesa politicamente e per questo non utile al paese. Menicucci esprime critiche severe all’indirizzo del Partito dei Socialisti e dei democratici ma non per questo rinuncia ad aprire a quella forza, con la quale – dice – comunque si dovrà ragionare, ci si dovrà confrontare. Rappresenta – afferma – una parte significativa dell’elettorato e non possiamo cancellare una buona parte di lavoro fatto nell’interesse del paese. Con Sinistra Unita restano ferme e marcate le differenze mentre l’analisi più approfondita la dedica ad Alleanza Popolare, l’argomento più complesso. Ap – dichiara Menicucci – è debole e rischia di perdere quei caratteri di diversità per i quali si è impegnata sulla scena politica e potrebbe pagare per questo un prezzo altissimo. Per il segreariuo democristiano Alleanza Popolare è uscita male dalla questione dei Giochi, come pure dalla commissione d’inchiesta dove – afferma – ha chiuso gli occhi per proteggere questo Governo. Sulle sei forze che compongono l’opposizione Menicucci rileva le diversità ma evidenzia la manifestata volontà di collaborazione per trovare posizioni sempre più vicine. Su questa strada – dichiara – si dovrà continuare. Un’opposizione – aggiunge – decisa a giocare un proprio ruolo e pronta a candidarsi alla guida del Paese. La Dc – afferma – non è mai stata isolata e mai lo sarà se saprà essere protagonista sui grandi temi. Nell’analisi della situazione interna al partito, Menicucci non poteva non dedicare un capitolo ai cosiddetti autosospesi, assenti da questo congresso, dichiarandosi addolorato. Sui 4 consiglieri il segretario punta il dito accusandoli di aver portato soccorso alla maggioranza in più occasioni, compresa la commissione d’inchiesta. Senza questo aiuto – dichiara – questo Governo sarebbe caduto già da due mesi. Le loro posizioni pubbliche – aggiunge – avevano il duplice scopo di indebolire la Dc e dare fiato al Governo. E parlando di unità la definisce fondamentale: Unità – afferma – che non è unanimismo, che significa saper rinunciare a qualcosa per un bene più grande e prezioso rispetto al proprio interesse personale. Noi oggi – conclude – siamo chiamati a compiere un’azione di vero rinnovamento. Sta a noi dire che ci siamo e che il partito uscirà da questo congresso rinnovato, forte e pronto a sostenere una nuova stagione politica
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