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Residenze fiscali, opposizioni compatte: "Modello pericoloso. Lo sviluppo sia sano e trasparente"

di Monica Fabbri
21 mar 2025
La serata delle opposizioni
La serata delle opposizioni

La battaglia contro le residenze fiscali non domiciliate compatta l'opposizione. In una serata pubblica molto partecipata RF, Rete, DML e Demos parlano con un'unica voce. Il titolo “do ut d.e.s?” gioca con la locuzione latina del dare per avere, mettendo sotto la lente il Distretto Economico Speciale, presentato dal Governo come un nuovo modello di economia ma che – accusano – rischia di fare ripiombare il paese nell'opacità. Su questo tema – afferma Sara Conti di RF – le opposizioni sono compatte. Crediamo che questo modello di sviluppo possa essere pericoloso e che possa avere riverberi negativi per San Marino specie nei rapporti con l'Italia e per quanto riguarda la firma dell'Accordo di Associazione con l'Unione Europea”. “Abbiamo voluto dare un segnale, un segnale che siamo vigili rispetto a quanto stanno facendo il Governo e la sua maggioranza”, rimarca Carlotta Andruccioli di DML. “Noi non concepiamo lo sviluppo economico in questo modo. Siamo per uno sviluppo più sano e trasparente e che soprattutto non ritorni a logiche del passato”.

Durante la serata ripercorrono la cronistoria del DES e il suo legame con l’investitore spagnolo Bañuelos: dall'arrivo del pdl in Consiglio nel 2022 che portò alla spaccatura dell'allora maggioranza e al suo ritiro, fino alla ricomparsa nell'assestamento di bilancio del 2023 sotto forma – sostengono - di residenze fiscali non domiciliate, “depurate” da riferimenti a società o a imprenditori stranieri. Fino a quando, con grande imbarazzo politico, la San Marino World Srl, riconducibile al magnate spagnolo – ricorda la minoranza - si presentò in un sito come l’unica società accreditata a ottenere i certificati di residenza, lanciando San Marino come la nuova Monaco del nord Italia.

“Abbiamo voluto informare i cittadini sull'attività del Governo che sta riportando il nostro paese verso un modello di sviluppo che è quello degli anni 90, del paradiso fiscale e del parassitismo finanziario. Noi non ci stiamo – puntualizza Giovanni Zonzini di Rete – e non ci stanno neanche i tanti cittadini venuti qui questa sera”. Alessandro Rossi di Demos guarda al futuro con fiducia: “Le relatrici e i relatori che con me sul palco si sono confrontati con i cittadini hanno dato una speranza al paese che una San Marino migliore e diversa è possibile. Confidiamo possa realizzarsi”.





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