Sabato notte verso l'una la maggioranza ha approvato la riforma tributaria. Crediamo sia uno dei passi negativi condotti da una maggioranza strabica. Da una parte, infatti, da oltre un anno si susseguono salvataggi milionari di banche e attività amiche. Si moltiplicano consulenze, contratti, ingaggi di professionisti amici tramite delibera, e allo stesso momento si colpisce la popolazione priva di amicizie, cioè quella normale, in maniera ingiustificabile.
Il Movimento RETE è stato e rimane profondamente contrario a questa riforma tributaria, che unita alla patrimoniale e alla finanziaria che inizieremo a discutere lunedì mattina aggrava
significativamente le condizioni del cittadino medio.
Gli articoli dei giorni scorsi parlano di una finanziaria che colpisce ancora linearmente i soliti cittadini indifesi, nella stessa misura chi guadagna 1500 euro al mese e chi ne guadagna 6000!
Non sappiamo se sia veramente così, perché il governo ancora una volta ci ha tenuti all'oscuro dell'avanzamento dei lavori. Conosceremo lunedì pomeriggio, con ogni probabilità, gli emendamenti del governo. Cioè li conosceremo nel momento stesso in cui dovremo discuterli. Ottima strategia per impedirci di presentare emendamenti precisi.
Ribadiamo la nostra ricetta: no ai tagli lineari agli stipendi della PA, sì a tagli consistenti di indennità e voci aggiuntive (preservando piede retributivo e scatti di anzianità). No a tagli lineari sulle pensioni, e no agli aumenti di tassazione delle pensioni fino a 2000-2500 euro mensili, sì al taglio consistente di quelle superiori.
Sì al taglio degli sprechi, no al taglio di servizi.
Sappiamo che saremo inascoltati da un governo che al pari di quello “straordinario” del 2005, mettendo assieme PSD e DC, mira bellamente a distruggere la protezione sociale sammarinese e
l'equità retributiva. Gli amici sono salvi, il resto dei cittadini si attaccano! Un governo con Psd e DC assieme, sono poi sempre in grado di mettere d'accorso le correnti a loro affini nei sindacati... e
questo è un male per il paese. Nonostante ciò presenteremo i nostri numerosi emendamenti al testo che abbiamo, quello del mese scorso, e li adatteremo al volo alla nuova stesura, giusto per farceli bocciare almeno aggiornati.
Ringraziamo coloro che sono venuti in piazza della libertà venerdì 13 a manifestare contro la riforma tributaria e a chiedere chiarezza sul caso “conto Mazzini”, che se non riusciremo a evitare di far cadere in prescrizione a gran voce, stiate pur certi finirà come sempre, quando emergono nomi di politici, in un bel “nulla di fatto”. Eppure in piazza c'erano poche persone, troppo poche per incidere in qualche modo. Capiamo anche l'avvilimento morale di chi continua a ripetersi come un mantra, anche perché
glielo ripetono sindacati, partiti, associazione ecc, che “tanto non si cambia niente, tanto hanno già deciso”. Non è così, cambiare si può, ma si deve lasciare a casa i panni del cittadino privo di speranze e indossare quelli del cittadino soggetto di diritti! Ogni cittadino dal primo gennaio comprenderà nella sua busta paga quale sia l'esito delle riforme che sta applicando ora il governo. Lo vedrà ogni lavoratore dipendente e pensionato, non lo vedranno imprese e banche, statene certi.
E allora chiediamo alla cittadinanza di farsi protagonista del cambiamento che deve venire! Non tanto cambiamento delle forze al governo, quanto delle logiche e degli obiettivi che devono guidarlo. Se non è la cittadinanza ad alzarsi e pretendere equità, il governo non gliele offrirà certo di far suo: non crediamo nemmeno per cattiveria, quanto perché evidentemente chi ci governa è su un altro mondo rispetto a chi ha problemi, può sempre confidare in un aiutino, in un favore, in un escamotage... mentre la gente comune patisce e subisce, nient'altro... e allora o alza la testa e si fa sentire, o subisce in silenzio. E allora non avrà certo più motivo di lamentarsi nei prossimi mesi. A quel punto sarà oramai tardi!
Comunicato stampa Movimento RETE
Il Movimento RETE è stato e rimane profondamente contrario a questa riforma tributaria, che unita alla patrimoniale e alla finanziaria che inizieremo a discutere lunedì mattina aggrava
significativamente le condizioni del cittadino medio.
Gli articoli dei giorni scorsi parlano di una finanziaria che colpisce ancora linearmente i soliti cittadini indifesi, nella stessa misura chi guadagna 1500 euro al mese e chi ne guadagna 6000!
Non sappiamo se sia veramente così, perché il governo ancora una volta ci ha tenuti all'oscuro dell'avanzamento dei lavori. Conosceremo lunedì pomeriggio, con ogni probabilità, gli emendamenti del governo. Cioè li conosceremo nel momento stesso in cui dovremo discuterli. Ottima strategia per impedirci di presentare emendamenti precisi.
Ribadiamo la nostra ricetta: no ai tagli lineari agli stipendi della PA, sì a tagli consistenti di indennità e voci aggiuntive (preservando piede retributivo e scatti di anzianità). No a tagli lineari sulle pensioni, e no agli aumenti di tassazione delle pensioni fino a 2000-2500 euro mensili, sì al taglio consistente di quelle superiori.
Sì al taglio degli sprechi, no al taglio di servizi.
Sappiamo che saremo inascoltati da un governo che al pari di quello “straordinario” del 2005, mettendo assieme PSD e DC, mira bellamente a distruggere la protezione sociale sammarinese e
l'equità retributiva. Gli amici sono salvi, il resto dei cittadini si attaccano! Un governo con Psd e DC assieme, sono poi sempre in grado di mettere d'accorso le correnti a loro affini nei sindacati... e
questo è un male per il paese. Nonostante ciò presenteremo i nostri numerosi emendamenti al testo che abbiamo, quello del mese scorso, e li adatteremo al volo alla nuova stesura, giusto per farceli bocciare almeno aggiornati.
Ringraziamo coloro che sono venuti in piazza della libertà venerdì 13 a manifestare contro la riforma tributaria e a chiedere chiarezza sul caso “conto Mazzini”, che se non riusciremo a evitare di far cadere in prescrizione a gran voce, stiate pur certi finirà come sempre, quando emergono nomi di politici, in un bel “nulla di fatto”. Eppure in piazza c'erano poche persone, troppo poche per incidere in qualche modo. Capiamo anche l'avvilimento morale di chi continua a ripetersi come un mantra, anche perché
glielo ripetono sindacati, partiti, associazione ecc, che “tanto non si cambia niente, tanto hanno già deciso”. Non è così, cambiare si può, ma si deve lasciare a casa i panni del cittadino privo di speranze e indossare quelli del cittadino soggetto di diritti! Ogni cittadino dal primo gennaio comprenderà nella sua busta paga quale sia l'esito delle riforme che sta applicando ora il governo. Lo vedrà ogni lavoratore dipendente e pensionato, non lo vedranno imprese e banche, statene certi.
E allora chiediamo alla cittadinanza di farsi protagonista del cambiamento che deve venire! Non tanto cambiamento delle forze al governo, quanto delle logiche e degli obiettivi che devono guidarlo. Se non è la cittadinanza ad alzarsi e pretendere equità, il governo non gliele offrirà certo di far suo: non crediamo nemmeno per cattiveria, quanto perché evidentemente chi ci governa è su un altro mondo rispetto a chi ha problemi, può sempre confidare in un aiutino, in un favore, in un escamotage... mentre la gente comune patisce e subisce, nient'altro... e allora o alza la testa e si fa sentire, o subisce in silenzio. E allora non avrà certo più motivo di lamentarsi nei prossimi mesi. A quel punto sarà oramai tardi!
Comunicato stampa Movimento RETE
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