“Una riforma storica e convincente per tutti”, commenta soddisfatto Berlusconi. “Un'ennesima legge ad personam scritta sotto diretta dettatura di un premier oramai disperato”, gli risponde la Federazione della sinistra. Mentre Pd e Italia dei Valori promettono battaglia. Il consenso del Consiglio dei Ministri per il disegno di legge è unanime, l’approvazione salutata da un lungo applauso. Alfano ne riassume lo spirito in una battuta: “il nuovo sistema prevede il giudice in alto, con il pm e il cittadino allo stesso livello”. Dure le critiche. Per l’associazione nazionale magistrati è una riforma contro i giudici, che mina l’autonomia e riduce le garanzie ai cittadini. Ma il ministro alla Giustizia non si scompone: “non c’è motivo per uno sciopero, la legge è equilibrata, non interviene sui processi in corso, e se il giudice sbaglia ne risponde”. E torna ad aprire alle opposizioni: “non è un testo immutabile”. D’Alema ne fa un problema di credibilità, dato che “a viziare ogni discussione sulla giustizia – dice – è la condizione del presidente del Consiglio”. E rilancia: “il Premier si dimetta, e ne parleremo”. L’iter va avanti. Una legge costituzionale prevede la doppia approvazione di entrambi i rami del Parlamento. Se riceverà il consenso di due terzi entrerà subito in vigore; in caso contrario, sarà sottoposta ad un referendum confermativo.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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