Prima riunione per il nuovo Parlamento, ma è subito il giorno delle “fumate nere”: niente elezione per i presidenti di Camera e Senato.
Come da copione, è il giorno “nero” alla Camera e al Senato, i due rami del Parlamento tornati a riunirsi dopo le elezioni. A presiedere, per il momento, Giorgio Napolitano a Palazzo Madama, che nel suo discorso iniziale ha bacchettato il Pd, dicendo che “l'auto esaltazione dei risultati non ha convinto”, e Roberto Giachetti a Montecitorio.
Fumate nere, si diceva, e non poteva essere altrimenti coi quorum ancora troppo alti e, soprattutto, con l'accordo politico decisamente lontano, dal momento che Berlusconi insiste sul nome di Paolo Romani al Senato, facendo mettere di traverso Di Maio e soci, che non vogliono appoggiare un condannato.
Nel tardo pomeriggio arriva la svolta: 'Votiamo Bernini al Senato'. Salvini annuncia lo strappo da Berlusconi. Si spacca il centrodestra. 'Usciamo dalla palude, evitiamo l'abbraccio M5s-Pd', dice il leader leghista. Ma scoppia l'ira del Cavaliere: 'I voti della Lega per Bernini rompono la coalizione, smascherano il progetto di governo M5s-Lega'.
Al Senato il presidente potrebbe arrivare già domani, dalla terza votazione si procede con il ballottaggio tra i due più votati.
Diverso il discorso alla Camera, dove tra una scheda bianca e l'altra sono spuntati anche i nomi di Brunetta, Stumpo e Bonafede. Qui non c'è ballottaggio, serve la maggioranza assoluta, e potrebbe volerci ben più di una notte di riflessione.
Francesca Biliotti
Come da copione, è il giorno “nero” alla Camera e al Senato, i due rami del Parlamento tornati a riunirsi dopo le elezioni. A presiedere, per il momento, Giorgio Napolitano a Palazzo Madama, che nel suo discorso iniziale ha bacchettato il Pd, dicendo che “l'auto esaltazione dei risultati non ha convinto”, e Roberto Giachetti a Montecitorio.
Fumate nere, si diceva, e non poteva essere altrimenti coi quorum ancora troppo alti e, soprattutto, con l'accordo politico decisamente lontano, dal momento che Berlusconi insiste sul nome di Paolo Romani al Senato, facendo mettere di traverso Di Maio e soci, che non vogliono appoggiare un condannato.
Nel tardo pomeriggio arriva la svolta: 'Votiamo Bernini al Senato'. Salvini annuncia lo strappo da Berlusconi. Si spacca il centrodestra. 'Usciamo dalla palude, evitiamo l'abbraccio M5s-Pd', dice il leader leghista. Ma scoppia l'ira del Cavaliere: 'I voti della Lega per Bernini rompono la coalizione, smascherano il progetto di governo M5s-Lega'.
Al Senato il presidente potrebbe arrivare già domani, dalla terza votazione si procede con il ballottaggio tra i due più votati.
Diverso il discorso alla Camera, dove tra una scheda bianca e l'altra sono spuntati anche i nomi di Brunetta, Stumpo e Bonafede. Qui non c'è ballottaggio, serve la maggioranza assoluta, e potrebbe volerci ben più di una notte di riflessione.
Francesca Biliotti
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