Non si tratta della nascita di una nuova Maggioranza, perché “noi già c’eravamo, ci siamo e ci resteremo sino alla fine”. Così ha dichiarato l'ex braccio destro di Berlusconi, poco prima del voto finale – a scrutinio palese – a Palazzo Madama. La pattuglia dei verdiniani di Ala, ieri, si era rivelata determinante per il superamento dei 5 voti di fiducia sulla nuova legge elettorale; sventando così il tentativo di Mdp, Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle di far venir meno il numero legale. Oggi nessuna sorpresa. Grazie alla tenuta tra PD, Forza Italia, Ap e Lega, il “Rosatellum 2.0” è passato con 214 “si”, 61 contrari e 2 astenuti. Il provvedimento, già approvato alla Camera, è diventato così definitivo, e sarà legge con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Tutto ciò al prezzo di nuovi equilibri all'interno della Maggioranza; per molti era già così, ma ora è evidente: esce Bersani, entra Verdini. La nuova legge, che prende il nome del capogruppo PD Ettore Rosato, prevede un sistema misto maggioritario-proporzionale: con una quota di poco più di un terzo di parlamentari eletti in collegi uninominali. Non vi saranno preferenze; e non sarà possibile il voto disgiunto. Si voterà su scheda unica. Prevista una soglia di sbarramento del 3% per i singoli partiti, e del 10% per le coalizioni.
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