Questo matrimonio “non s’ha da fare”. L’idea di Psd e Upr insieme sulla falsa riga di Pd e Udc ha scatenato qualche mal di pancia. Noi Sammarinesi mal digerisce e non è il solo. Nella base della Dc c’è chi teme future fibrillazioni all’interno del Psd con spostamenti di equilibri tali da compromettere la tenuta della stessa coalizione. C’è inoltre chi non ha ancora archiviato l’abbandono degli Eps. Il Segretario Marco Gatti ha lasciato autonomia alle altre liste ma non condivide la vecchia proposta degli Upr delle larghe intese: “un Governo di Unità Nazionale – spiega - non ha una sua identità e rischia di non fare niente. Questa coalizione è nata da un lavoro condiviso a cui gli altri non hanno partecipato.” Ap osserva dalla finestra. Non vuole intromettersi nelle scelte di lista delle altre forze politiche. Eppure poco tempo fa si parlava di correre proprio con Upr. “Ci siamo mossi tardi ma ci teniamo a mantenere buoni rapporti – afferma Mario Venturini. Del resto nulla è ancora certo. “Staremo a vedere” – dice. Come d’accordo la Dc si confronterà con il Psd e verrà fatta una valutazione anche con gli altri partiti della coalizione. Giuseppe Morganti però avverte: “ci hanno dato l’ok per aprire il dialogo, non ci chiedano, ora, di fare marcia indietro.” Anche il Partito Socialista guarda all’Upr con interesse per la costruzione dell’alternativa. “Avevamo fatto un bel ragionamento – conferma Erik Casali - ma visto che tutti parlano con tutti nulla è scontato”. Su un punto, però, non ha dubbi: “se la colazione a guida Dc fosse davvero vincente come dice, non avrebbe bisogno di cercare rinforzi.” Per gli Upr è ancora presto per decidere. Serve prima un confronto interno. “Non c’è stato il tempo materiale – dice Marco Podeschi. E assicura: “saremo coerenti”.
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