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San Marino: Gabriele Nicolini e "Il ricordo dei padri"

28 gen 2014
San Marino: Gabriele Nicolini e "Il ricordo dei padri"
San Marino: Gabriele Nicolini e "Il ricordo dei padri"
A scuola, da quando ero giovane, per molti anni ho sentito ripetere dai Professori di Storia la seguente frase: ”Ricordatevi scolari carissimi che la storia è e deve essere Mastra di Vita” e poi aggiungevano nei momenti particolari, di crisi in cui la Nazione sembra scivolare senza nessun freno, (erano gli anni del dopo guerra) andate a rileggervi le pagine gloriose, che certamente troverete, scritte da gente comune, da patrioti, da eroi alle volte sconosciuti, da martiri che hanno saputo dare la loro vita per la Patria e troverete la forza per reagire e farvi interpreti davanti a tutti che la rinascita morale di un popolo, se lo vuole, è possibile se ancorata a tre parole fondamentali: ”VERITA’ - GIUSTIZIA - PACE”.
A queste tre parole ho cercato sempre di attenermi perché avevo capito che senza verità, senza giustizia e soprattutto senza pace non si va da nessuna parte, per me infatti la Verità è la base fondamentale e di partenza da cui partire per ogni tipo di educazione. Ed a questo culto della verità ho cercato di educare i figli, gli sportivi e gli atleti, di cui sono stato Presidente che potrebbero rendermi buona testimonianza.
In questi giorni infatti, fra i documenti dell’ archivio lasciatomi del mio babbo, ho cercato di trovare qualche avvenimento storico che mi facesse sobbalzare in piedi al grido: “Anche noi abbiamo avuto i nostri eroi, con il loro esempio San Marino non può e non deve morire”. E San Marino che lo vuole!
A questo punto permettetemi che io trascriva integralmente quello che ho trovato
LA BANDIERA DI SAN MARINO..
“E’ la bandiera che sfolgorò vittoriosa nei saldi pugni del nostro prode condottiero Francesco Giangi contro l’infame usurpatore Cesare Borgia; è la bandiera che vide la fuga vergognosa di Fabiano da Monte; è la bandiera che sventò la trama indegna di Leonardo Pio da Verucchio; è la bandiera in nome della quale si vide fiaccata la superbia e la tracotanza di un Alberoni; è la bandiera che sorrise nel pensiero dei nostri prodi volontari, caduti nelle guerre dell’ indipendenza italiana, beatissimi nell’olocausto, eterni nella storia.
E’ la bandiera che amarono e venerarono attraverso i secoli uomini nostri di grandi opere: don Ascanio Belluzzi, il Vescovo Costantino Bonelli, Ivo Balsimelli, Gianbattista Belluzzi, il Vescovo Maccioni, il Padre della Patria Antonio Onofri, Marino Fattori, letterato illustre, il venerando Federico Gozzi, il grande giureconsulto Gemino Gozi, splendore del foro, ed altri ancora, i quali non vollero rinnegare giammai l’ alto ideale di Patria.
E’ la bandiera che è nata ,sembra, con questi colori nel fortunoso anno 1797 in cui è nata a Reggio Emilia, fatidico auspicio, l’ altra bandiera sorella, la tricolore bandiera che rifulse la prima volta quando l’ Italia volle uscire di servitù, riconsacrata a Milano sulle barricate ove si gridava Pio IX, ove benediceva Romilli, quella che balenò sulla tempesta del portentoso quarantotto fra i ricordi di Galdino e della lega Lombarda; quella che migliaia d’italiani hanno portato gloriosamente, sfidando tutte le morti, oltre i monti oltre il mare…a Trento e Trieste.”
Cittadini ed amici di San Marino facciamo sì che ancora una volta la nostra amata bandiera metta in fuga coloro che hanno rovinato e tradito la Repubblica, dimentichiamo odi e rancori, dimentichiamo soprusi e invidie, ma ognuno di noi spinto dall’ amore di Patria e dal proprio ideale come un sol uomo metta in fuga col proprio agire, con il proprio comportamento la malavita organizzata, i disonesti arricchiti a danno della Repubblica, coloro che si sono venduti al peggior nemico.
Facciamo trionfare la Libertà nella Vertità e nella Giustizia nella concordia degli animi facendo si che in tutti regni sovrana.
Ci sono alcuni versi di Nicolò Tommaseo molto significativi ad ognuno di noi capirli ed interpretarli, essi dicono:
“…Gli imperi e le genti macchiate di criminoso sangue
Vanno in rovina: te, preminente sull’inviolata altura,
o Libertà, tutela l’altare di un povero Marino,
e non qual frutto d’imprevidente semplicità.
E così il monte sereno mira dalla rocca che splende.
L’aere sbigottito per nembi folgoranti.
Con la sacra povertà la libera virtù prenda vigore ,
la libertà con la mite fede verso gli astri voli.
Chè là, dove da un divino legame son congiunti, gli animi,
anche nel patto umano più sicura è la fede.
(trad. G: Macina)
CERTAMENTE LA VERITA', LA GIUSTIZIA, LA PACE TRIONFERANNO STA A NOI CREDERLO ED ATTUARLO.

Gabriele Nicolini, Presidente Onorario Movimento Rete

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