Nella ricorrenza del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e, allo stesso tempo, del 60° anniversario della istituzione dei principi di salvaguardia della pace, riteniamo giusto sottolineare anzitutto l’importanza del fatto che quest’anno la Giornata Internazionale della Pace, pensata e voluta nel 2002, sia consacrata al tema “Diritti dell’uomo e mantenimento della pace”, a dimostrazione che i due termini sono inseparabili.
E’, questo, un legame che le Nazioni Unite ribadiscono da 60 anni nella loro ferma opposizione alla mancanza della piena tutela e del rispetto della vita umana.
Il Novecento, periodo storico appena trascorso e secolo della diffusione della democrazia, ha consentito infatti di teorizzare progetti politici per costruire un domani migliore, senza tuttavia dare seguito pratico ad enunciazioni rimaste, in molti casi, pure dichiarazioni di intenti.
Le Nazioni Unite invitano gli Stati membri a non fermarsi alla straordinarietà degli incontri previsti nel sistema dell’organizzazione preposta a luogo di mediazione ed a crocevia di ogni possibile intesa politica, ma a continuare a sostenere la pace nei rispettivi Paesi e a diffonderne il messaggio nelle comunità di tutto il mondo.
La Reggenza intende sottolineare il contributo che San Marino, nel contesto delle sue potenzialità, e nell’ambito delle relazioni internazionali che il nostro Paese intrattiene in quanto membro delle Nazioni Unite, può portare alle iniziative di promozione del dialogo quale strumento di risoluzione pacifica delle controversie.
Le coordinate della violenza mutano a seconda dell’evolversi del contesto storico, anche se è facile rendersi conto che essa cresce e si sviluppa quando il richiamo ai diritti umani e al rispetto della giustizia vengono disattesi. Disinnescare le ragioni della violenza, e non rassegnarsi alla sua ineluttabilità è un compito a cui nessuna generazione “del dopo” può permettersi di trascurare.
Questa ricorrenza della giornata internazionale della pace cade in corrispondenza dell’importante decisione dell’Unesco che ha iscritto il nostro Paese nel patrimonio inalienabile dell’umanità.
Il riconoscimento non è soltanto riconducibile ad un esempio unico di città Stato in cui l’immagine naturale e culturale è legata alla sua sovranità, ma bensì alla riconosciuta identità di un Paese che ha sempre sostenuto la necessità di compiere ogni sforzo a sostegno della pace, divenuta imperativo politico ed etico per ogni comunità libera e democratica.
Al termine di questo breve messaggio desideriamo testimoniare la nostra più ampia condivisione nei confronti di chi manifesta contrarietà alle ragioni della forza e invece opera per condividere i frutti della pace e mira ad estenderli, grazie al ricorso ad iniziative capaci di far prevalere il diritto internazionale e dare memoria al futuro.
E’, questo, un legame che le Nazioni Unite ribadiscono da 60 anni nella loro ferma opposizione alla mancanza della piena tutela e del rispetto della vita umana.
Il Novecento, periodo storico appena trascorso e secolo della diffusione della democrazia, ha consentito infatti di teorizzare progetti politici per costruire un domani migliore, senza tuttavia dare seguito pratico ad enunciazioni rimaste, in molti casi, pure dichiarazioni di intenti.
Le Nazioni Unite invitano gli Stati membri a non fermarsi alla straordinarietà degli incontri previsti nel sistema dell’organizzazione preposta a luogo di mediazione ed a crocevia di ogni possibile intesa politica, ma a continuare a sostenere la pace nei rispettivi Paesi e a diffonderne il messaggio nelle comunità di tutto il mondo.
La Reggenza intende sottolineare il contributo che San Marino, nel contesto delle sue potenzialità, e nell’ambito delle relazioni internazionali che il nostro Paese intrattiene in quanto membro delle Nazioni Unite, può portare alle iniziative di promozione del dialogo quale strumento di risoluzione pacifica delle controversie.
Le coordinate della violenza mutano a seconda dell’evolversi del contesto storico, anche se è facile rendersi conto che essa cresce e si sviluppa quando il richiamo ai diritti umani e al rispetto della giustizia vengono disattesi. Disinnescare le ragioni della violenza, e non rassegnarsi alla sua ineluttabilità è un compito a cui nessuna generazione “del dopo” può permettersi di trascurare.
Questa ricorrenza della giornata internazionale della pace cade in corrispondenza dell’importante decisione dell’Unesco che ha iscritto il nostro Paese nel patrimonio inalienabile dell’umanità.
Il riconoscimento non è soltanto riconducibile ad un esempio unico di città Stato in cui l’immagine naturale e culturale è legata alla sua sovranità, ma bensì alla riconosciuta identità di un Paese che ha sempre sostenuto la necessità di compiere ogni sforzo a sostegno della pace, divenuta imperativo politico ed etico per ogni comunità libera e democratica.
Al termine di questo breve messaggio desideriamo testimoniare la nostra più ampia condivisione nei confronti di chi manifesta contrarietà alle ragioni della forza e invece opera per condividere i frutti della pace e mira ad estenderli, grazie al ricorso ad iniziative capaci di far prevalere il diritto internazionale e dare memoria al futuro.
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