"Il Segretario di Stato all'Industria, Marco Arzilli, cerca di confondere le acque e con il comunicato stampa del 29 aprile u.s. naturalmente non risponde a nessuno degli addebiti a Lui mossi dal Partito Socialista nei giorni scorsi.
Peraltro come avrebbe potuto contestare che dal 2008, anno in cui Egli è entrato al Governo, ad oggi, i disoccupati a San Marino da 700 sono saliti a 1.500, con un aumento di oltre il 100%?
Come avrebbe potuto negare che centinaia e centinaia di imprese hanno chiuso i battenti in questi ultimi sei anni? 109 hanno chiuso solo nell'ultimo anno!
Come avrebbe potuto negare la burocratizzazione delle pratiche e la gestione da "questurino" imposta agli uffici competenti? I fatti sono lì, sotto gli occhi di tutti, basta parlare con qualche imprenditore e, forse, proprio nei prossimi giorni ne avremo esempi eclatanti. Essendo evidente il tentativo di mistificare la realtà, il Partito Socialista ribadisce che le critiche non riguardano il potenziamento dei controlli successivi, semmai l’eccesso di adempimenti e verifiche preventivi che incrementano la burocrazia e la discrezionalità nel processo di autorizzazione all’esercizio dell’attività imprenditoriale.
Il Segretario Arzilli non risponde affatto ai rilievi da noi compiuti in merito alla riforma della legge sulle licenze. Evidentemente questo provvedimento non è poi così rivoluzionario come ha tentato di far credere sino ad oggi.
Sul c.d. “scandalo Licenzopoli” viene sì motivata la mancata presentazione del ricorso al decreto di archiviazione, ma vengono omesse le ragioni per cui il Governo – di cui Marco Arzilli era, come lo è adesso, il Segretario di Stato per l’Industria – all’epoca non prese la decisione di costituirsi parte civile, come peraltro accaduto in tantissimi altri casi.
Inoltre, è a dir poco imbarazzante il modo in cui il Segretario di Stato all'Industria svia il discorso su altro, prendendosi tutti i meriti per l'uscita dalla black-list, alla faccia dei colleghi di Governo di ieri e di oggi e dell'opposizione di ieri e di oggi, che sul percorso della trasparenza ha fornito sempre il proprio costruttivo contributo anche in sede di votazione in Consiglio Grande e Generale. Insomma, in perfetto stile "bravo ragazzo" anche se un po’ "birikino", si lascia andare in una sorta di "Arzilliadi", auto-incensandosi oltremodo.
Ma ad Arzilli evidentemente sfugge la differenza fra il far controlli e spaventare il sistema imprenditoriale; fra vigilare e intimorire; fra fare trasparenza e fare piazza pulita. Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che fra le aziende chiuse e le nuove insediate, il saldo di questi anni è drammaticamente negativo e di molte centinaia di unità.
E tutto questo se non lo è, somiglia molto ad un fallimento!
Su una cosa siamo concordi e cioè sul fatto che l'attrazione degli investimenti degli imprenditori seri passa per regole certe. Ebbene, dopo sei anni di gestione dell'Industria, ci chiediamo dove siano le regole certe e i frutti delle numerose missioni del Segretario Arzilli in cui, a suo dire, sono coinvolte le associazioni.
Quanti e quali sono i progetti imprenditoriali di livello internazionale che si sono insediati a San Marino nei sei anni di “gestione Arzilli” della Segreteria all’Industria?
Da ultimo, osserviamo un fatto positivo: nella nota del Segretario Arzilli non si fa menzione, forse per la prima volta, del Parco Scientifico e Tecnologico e dell'Aeroporto di Miramare, quali volani dello sviluppo e della crescita economica di San Marino. Forse anche all'Industria si sono resi conto che sarebbe stato troppo!
San Marino, 2 maggio 2014".
Comunciato Stampa Partito Socialista
Peraltro come avrebbe potuto contestare che dal 2008, anno in cui Egli è entrato al Governo, ad oggi, i disoccupati a San Marino da 700 sono saliti a 1.500, con un aumento di oltre il 100%?
Come avrebbe potuto negare che centinaia e centinaia di imprese hanno chiuso i battenti in questi ultimi sei anni? 109 hanno chiuso solo nell'ultimo anno!
Come avrebbe potuto negare la burocratizzazione delle pratiche e la gestione da "questurino" imposta agli uffici competenti? I fatti sono lì, sotto gli occhi di tutti, basta parlare con qualche imprenditore e, forse, proprio nei prossimi giorni ne avremo esempi eclatanti. Essendo evidente il tentativo di mistificare la realtà, il Partito Socialista ribadisce che le critiche non riguardano il potenziamento dei controlli successivi, semmai l’eccesso di adempimenti e verifiche preventivi che incrementano la burocrazia e la discrezionalità nel processo di autorizzazione all’esercizio dell’attività imprenditoriale.
Il Segretario Arzilli non risponde affatto ai rilievi da noi compiuti in merito alla riforma della legge sulle licenze. Evidentemente questo provvedimento non è poi così rivoluzionario come ha tentato di far credere sino ad oggi.
Sul c.d. “scandalo Licenzopoli” viene sì motivata la mancata presentazione del ricorso al decreto di archiviazione, ma vengono omesse le ragioni per cui il Governo – di cui Marco Arzilli era, come lo è adesso, il Segretario di Stato per l’Industria – all’epoca non prese la decisione di costituirsi parte civile, come peraltro accaduto in tantissimi altri casi.
Inoltre, è a dir poco imbarazzante il modo in cui il Segretario di Stato all'Industria svia il discorso su altro, prendendosi tutti i meriti per l'uscita dalla black-list, alla faccia dei colleghi di Governo di ieri e di oggi e dell'opposizione di ieri e di oggi, che sul percorso della trasparenza ha fornito sempre il proprio costruttivo contributo anche in sede di votazione in Consiglio Grande e Generale. Insomma, in perfetto stile "bravo ragazzo" anche se un po’ "birikino", si lascia andare in una sorta di "Arzilliadi", auto-incensandosi oltremodo.
Ma ad Arzilli evidentemente sfugge la differenza fra il far controlli e spaventare il sistema imprenditoriale; fra vigilare e intimorire; fra fare trasparenza e fare piazza pulita. Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che fra le aziende chiuse e le nuove insediate, il saldo di questi anni è drammaticamente negativo e di molte centinaia di unità.
E tutto questo se non lo è, somiglia molto ad un fallimento!
Su una cosa siamo concordi e cioè sul fatto che l'attrazione degli investimenti degli imprenditori seri passa per regole certe. Ebbene, dopo sei anni di gestione dell'Industria, ci chiediamo dove siano le regole certe e i frutti delle numerose missioni del Segretario Arzilli in cui, a suo dire, sono coinvolte le associazioni.
Quanti e quali sono i progetti imprenditoriali di livello internazionale che si sono insediati a San Marino nei sei anni di “gestione Arzilli” della Segreteria all’Industria?
Da ultimo, osserviamo un fatto positivo: nella nota del Segretario Arzilli non si fa menzione, forse per la prima volta, del Parco Scientifico e Tecnologico e dell'Aeroporto di Miramare, quali volani dello sviluppo e della crescita economica di San Marino. Forse anche all'Industria si sono resi conto che sarebbe stato troppo!
San Marino, 2 maggio 2014".
Comunciato Stampa Partito Socialista
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