L’annosa commedia della cosidetta riforma tributaria, calata dall’alto, si arricchisce di un nuovo atto: la retromarcia strumentale dopo quelle pasqualine e gabrielesche per fare capire al popolo quanto è buono il governo.Prima aumenta in modo sbalorditivo le tasse e poi concede un ribasso per tacitare il sindacato che minaccia lo sciopero generale.
Il sistema tributario dovrebbe essere utilizzato per redistribuire la ricchezza in modo equo e trasparente, garantendo i diritti dei contribuenti che vanno messi tutti sullo stesso piano, sostenendo l’attività economica e l’occupazione, evitando una gestione poliziesca incontrollata, escludendo fatture di paradisi fisdcali, utilizzando strumenti incrociati (vedi SMAC) per limitare al massimo l’evasione e l’elusione.
La trattativa “marocchina” è avvilente ed è la spia del degrado democratico e civile a cui ci hanno portato ambiziosi e incompetenti carrieristi che non hanno a cuore l’interesse generale del Paese, ma solo le loro poltrone dorate. Rischia anche il sindacato che ottiene la trattativa al di fuori di metodi e di procedure trasparenti, trascurando gli effetti che l’imposta ha sull’intero sistema. L’illusione di colpire redditi che non esistono più, fa pensare a chi “chiude la stalla dopo che i buoi sono usciti”. Il continuo rinvio dell’introduzione dell’IVA europea e una disastrosa gestione delle entrate fiscali che ha creato ingenti perdite allo Stato completano il quadro triste della politica governativa. Arriva il contentino, ma ci metteranno le mani in tasca con il consenso sindacale.
Il sistema tributario dovrebbe essere utilizzato per redistribuire la ricchezza in modo equo e trasparente, garantendo i diritti dei contribuenti che vanno messi tutti sullo stesso piano, sostenendo l’attività economica e l’occupazione, evitando una gestione poliziesca incontrollata, escludendo fatture di paradisi fisdcali, utilizzando strumenti incrociati (vedi SMAC) per limitare al massimo l’evasione e l’elusione.
La trattativa “marocchina” è avvilente ed è la spia del degrado democratico e civile a cui ci hanno portato ambiziosi e incompetenti carrieristi che non hanno a cuore l’interesse generale del Paese, ma solo le loro poltrone dorate. Rischia anche il sindacato che ottiene la trattativa al di fuori di metodi e di procedure trasparenti, trascurando gli effetti che l’imposta ha sull’intero sistema. L’illusione di colpire redditi che non esistono più, fa pensare a chi “chiude la stalla dopo che i buoi sono usciti”. Il continuo rinvio dell’introduzione dell’IVA europea e una disastrosa gestione delle entrate fiscali che ha creato ingenti perdite allo Stato completano il quadro triste della politica governativa. Arriva il contentino, ma ci metteranno le mani in tasca con il consenso sindacale.
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