Chiuso un anno orribile segnato dalla perdurante crisi, dalla disoccupazione, dalla recessione e da gravi difficoltà della finanza pubblica che scalfiscono lo stato sociale, e archiviate le elezioni politiche, è necessario prendere decisioni importanti per salvare il Paese portato verso il baratro dal passato governo.
Purtroppo i cittadini, in maggioranza, hanno rifiutato il cambiamento e hanno condiviso le logiche partitocratriche dei Burattinai. Il rischio è che si racconti che si è cambiato tutto per cambiare niente. Che si faccia un accerchiamento al PSD per costringerlo alla continuità e a una politica del debito e del rigore verso i più deboli a partire dallo stato sociale.
Il movimento Per San Marino spera che la tradizionale linea riformista del PSD non venga a meno e pertanto è disponibile a condividere eventuali provvedimenti riformatori e positivi per il Paese e per i sammarinesi.
Nel frattempo, non si può fare una semplice testimonianza e pertanto, visto che i movimenti del cambiamento valgono da 12 a 15 seggi in Consiglio è quanto mai opportuno aprire un confronto per discutere di futuro e per verificare la possibilità di sostegno diretto e indiretto alle forze consiliari del cambiamento.
Si può pensare ad una forma di consultazione pubblica sui temi di fondo; si può pensare all’approfondimento delle riforme necessarie al Paese; si può pensare ad un laboratorio politico e culturale per far crescere nuovi gruppi dirigenti; si può pensare a sedi di dibattito e di confronto con i cittadini; si può pensare ad una attività di ricerca a sostegno di proposte innovative. Si può pensare a mettere insieme il tutto considerato che i movimenti del cambiamento hanno qualificate risorse umane, passione politica e sensibilità per il futuro.
Il movimento Per San Marino ritiene che, passato il tormentone elettorale, si possa cominciare a ragionare liberamente e costruttivamente per fare l’interesse comunitario. Le forze legittimate dal consenso popolare potrebbero fare il primo passo.
Purtroppo i cittadini, in maggioranza, hanno rifiutato il cambiamento e hanno condiviso le logiche partitocratriche dei Burattinai. Il rischio è che si racconti che si è cambiato tutto per cambiare niente. Che si faccia un accerchiamento al PSD per costringerlo alla continuità e a una politica del debito e del rigore verso i più deboli a partire dallo stato sociale.
Il movimento Per San Marino spera che la tradizionale linea riformista del PSD non venga a meno e pertanto è disponibile a condividere eventuali provvedimenti riformatori e positivi per il Paese e per i sammarinesi.
Nel frattempo, non si può fare una semplice testimonianza e pertanto, visto che i movimenti del cambiamento valgono da 12 a 15 seggi in Consiglio è quanto mai opportuno aprire un confronto per discutere di futuro e per verificare la possibilità di sostegno diretto e indiretto alle forze consiliari del cambiamento.
Si può pensare ad una forma di consultazione pubblica sui temi di fondo; si può pensare all’approfondimento delle riforme necessarie al Paese; si può pensare ad un laboratorio politico e culturale per far crescere nuovi gruppi dirigenti; si può pensare a sedi di dibattito e di confronto con i cittadini; si può pensare ad una attività di ricerca a sostegno di proposte innovative. Si può pensare a mettere insieme il tutto considerato che i movimenti del cambiamento hanno qualificate risorse umane, passione politica e sensibilità per il futuro.
Il movimento Per San Marino ritiene che, passato il tormentone elettorale, si possa cominciare a ragionare liberamente e costruttivamente per fare l’interesse comunitario. Le forze legittimate dal consenso popolare potrebbero fare il primo passo.
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