Arriva dal Presidente del PSD una risposta alle osservazioni del Segretario democristiano sulla Sanità. Menicucci si diceva preoccupato per un riordino attuato senza il coinvolgimento delle professionalità interne e contestava una eccessiva autonomia dell’attuale direttore generale dell’ISS. Giuseppe Morganti giudica strumentali le polemiche scatenate sulla sanità e difende l’operato del Segretario Rossini “che – dichiara - con la legge approvata nel 2004 ha di fatto separato i poteri della gestione alla politica, alla quale rimane il potere d’indirizzo. Non posso che condividere il principio che la politica non debba produrre ingerenze, e questo non deve riguardare solo l’ISS ma l’intera pubblica amministrazione. Questa sanitaria è una delle grandi riforme attuate dal Governo Straordinario – aggiunge Morganti – tornare indietro sarebbe una follia”. Il presidente dei socialisti e democratici bacchetta anche Alleanza Popolare, che attraverso Libero Barulli aveva manifestato critiche altrettanto severe. “AP – dichiara – mi sembra fuori dalle righe. Prima perseguiva la separazione dei poteri oggi fa invece marcia indietro?. Il Direttore Generale è stato incaricato di attuare un riordino – aggiunge Morganti – e dovrà essere giudicato al termine del suo mandato. Se non gli viene garantita la possibilità di agire non vedo come possa modificare un sistema sul quale è assolutamente necessario intervenire'. Morganti non vede quello che altri hanno definito il rischio della colonizzazione. Affermazioni alle quali replica Libero Barulli di Alleanza Popolare. “Nell’ISS – dichiara – si sono concentrati notevoli poteri in poche mani, senza sviluppare adeguati controlli. No sta da nessuna parte – aggiunge – che un dirigente, per lo più con amplissimi poteri, sia lasciato operare senza alcun monitoraggio. Risolvere questa questione soltanto tramite una verifica a fine mandato – prosegue Barulli – mi sembra da avventati. Potremmo trovarci con una sanità stravolta e con gli obiettivi disattesi, con grave pregiudizio per la tenuta del nostro stato sociale'.
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