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Scontro in casa PDCS: per i vertici è solo dialettica interna

5 dic 2006
PDCS
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Le indiscrezioni sulla riunione della direzione di ieri sera parlano di un confronto acceso, quasi uno scontro in casa democristiana, che rasenterebbe la spaccatura. Ma i vertici DC, fra cui i due esponenti a cui il gruppo dei 21 chiedeva di fare un passo indietro sospendendosi da ogni incarico, la definiscono diplomaticamente "una dialettica interna che ha consentito di avviare un chiarimento che proseguirà – dicono – domani sera". I dissidenti comunque non sono sembrati molto soddisfatti, al punto che ieri sera hanno abbandonato l’assemblea. Gatti, Podeschi e Menicucci, incontrando i giornalisti affrontano però un altro tema politico: quello della vicenda Scaramella. Gatti conferma di aver incontrato l’ex consulente della Commissione Mitrokhin e di aver inviato, tramite ambasciata, una lettera nella quale riassume i rapporti con l’Unione Sovietica alla fine degli anni 80, e la benedizione di Mosca per l’allora governo di compromesso storico fra la DC e il PCS. “Vadim Zagladin – scrive Gatti in quella lettera – ebbe un ruolo di garante”. Poi un passaggio su chi allora gestiva le relazioni: Gatti scrive a Scaramella. e attraverso lui alla commissione Mitrokhin, indicando Alvaro Selva, allora segretario di Stato agli Interni. “Era evidente – scrive – che tali relazioni non fossero solo di carattere politico, ma riguardassero anche relazioni economiche e finanziarie. Ritengo mio dovere – aggiunge più avanti nella sua missiva – offrire la più totale collaborazione nell’interesse del mio Paese ed al fine di prevenire e combattere ogni possibile forma di infiltrazione malavitosa". Non sa spiegare, Gatti, perché Scaramella chiede a lui queste informazioni e non ad esponenti del Governo. "Forse – risponde ai giornalisti – lo aveva fatto o forse no. L’ho incontrato – racconta – al Grand Hotel, non ricordo se quello di Rimini o di San Marino, poi un nuovo colloquio con l’ex consulente del Senatore Paolo Guzzanti, due mesi fa, in settembre, quando il governò annunciò l’intenzione di querelare Guzzanti. Non hanno la minima idea, Gatti, Podeschi e Menicucci di chi possano essere i tre esponenti democristiani che poche settimane fa, insieme ad un quarto uomo, del PSD, avrebbero incontrato Scaramella all’aeroporto di Rimini, così come invece affermano i tre partiti del polo moderato. Si dichiarano stupiti e scandalizzati, i tre dirigenti democristiani, delle ultime affermazioni di Masi e Macina, secondo le quali Guzzanti e Scaramella abbiano voluto utilizzare San Marino per screditare Romano Prodi e che, per ricambiare, abbiano collaborato ad un disegno teso ad impedire la formazione del nuovo governo sammarinese. "Eresie" - per Menicucci - "impensabile che un paese di 30 mila abitanti possa condizionare la politica italiana". "Dichiarazioni irresponsabili" - per Gatti, che chiede maggiore serietà. "Affermazioni inverosimili - per Podeschi, che sostiene: - la maggioranza cerchi di reggersi in piedi sui polveroni anziché sui progetti". Per la DC il Governo è in grossa difficoltà e sta cercando si sviare l’attenzione dai problemi veri, come la Finanziaria o la legge sui giochi. "Non è un problema della DC – afferma Gatti – le delibere per Scaramella sono del Governo Straordinario, se Masi vuole spiegazioni le chieda ai suoi colleghi in Congresso di Stato". Il prossimo Consiglio Grande e Generale vedrà un dibattito ad hoc, e in quell’occasione il confronto sarà piuttosto aspro.

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