“Se un Segretario si deve dimettere perché porta all'attenzione dell'Aula delle risposte per il Paese in un provvedimento che è nell'odg dello stesso Consiglio, quindi supportato da una Maggioranza, mi porrei delle domande”. Così Fabio Righi risponde ad alcune osservazioni fatte nel corso del confronto-fiume sul Decreto Attività Economiche, caratterizzato da non poche tensioni e da obiezioni sul “metodo”. Abbiamo concordato una sospensione della trattazione del Decreto – spiega il Segretario - “perché è stato sollevato il fatto che c'erano dei decreti la cui delega era in scadenza; quindi sarebbe stato importante, nell'interesse proprio della cittadinanza, portarli in questo Consiglio. Credo sia un gesto responsabile, con l'impegno da parte di tutte le forze politiche di rimettere la discussione al primo punto all'ordine del giorno del Consiglio di marzo in cui si potrà completare l'iter di ratifica”. Il Segretario all'Industria si è poi soffermato su alcune perplessità – espresse da esponenti politici, e non solo – riguardanti l'apertura, prevista nel Decreto, a persone fisiche e giuridiche di Paesi UE. “Sono arrivate delle considerazioni – conferma -, ho visto anche io il comunicato espresso da UNAS sul punto, dove peraltro si parla di un'apertura selvaggia; no, è un'apertura secondo le regole europee così come a questa Segreteria è stato richiesto proprio dal tavolo tecnico del negoziato”. “Sono state sollevate delle questioni rispetto all'allineamento a quelle regole in questa fase. Non ho nulla in contrario nel recepire eventualmente un emendamento che possa fare un passo indietro in questo momento per poi rimandare l'applicazione di quelle esatte regole al momento della ratifica eventuale dell'Accordo UE; perché così peraltro l'avevamo formulato inizialmente”. Infine alcune considerazioni sul clima di contrapposizione registratosi in questi giorni in Aula. Al di là di posizioni prettamente politiche ed attacchi personali, sul contenuto – afferma Righi - ho trovato “trasversalmente” un riconoscimento della “bontà del decreto”. “Il metodo utilizzato credo non possa compromettere la tenuta di questa Maggioranza per una chiusura ordinata della Legislatura”. “Se si è portato un decreto delegato, approvato dal Congresso”, significa che “una maggioranza, un parlamento, ha dato una delega per realizzarlo”