Troppi emendamenti e troppo poco tempo per esaminarli. La Reggenza, a metà seduta pomeridiana, dopo un rapido consulto coi capigruppo, ha sospeso i lavori e li ha aggiornati a domattina per procedere con l'esame e la votazione dell'Assestamento di Bilancio. Il problema, del poco tempo a disposizione per valutare gli emendamenti, oggi – durante il dibattito generale - era stato evidenziato da tutti i consiglieri di opposizione ma anche da diversi di maggioranza, come Giovanni Zonzini di Rete il cui intervento ha raccolto consensi al di là degli schieramenti. Ha parlato di 70 milioni di deficit strutturale e della necessità di un cammino realistico verso l'equilibrio di bilancio per il mantenimento dello stato sociale. “Dobbiamo avere il coraggio – ha detto - di perdere voti e rischiare di non essere eletti per avere la faccia pulita con le nuove generazioni”. Quindi misure, come riforma previdenziale e delle imposte dirette, con effetti già dal 2022. Dal consigliere Pdcs Stefano Giulianelli, e poi anche dal Segretario Marco Gatti, smentite le notizie di un prelevamento di 30 milioni dal fondo pensioni a cui in realtà, hanno spiegato, lo Stato ne versa ogni anno 50.
Andrea Zafferani di Repubblica Futura ha sottolineato come sia matematico che, se le uscite superano le entrate – come avviene regolarmente da 12 o 13 anni - prima o poi si arriva al fallimento e più si aspetta a fare le riforme, più dovranno essere gravose. Matteo Ciacci, di Libera, ha posto una serie di interrogativi al Segretario Gatti. Come sono stati impiegati esattamente i 340 milioni del debito estero? È vero che entro l'anno ci sarà un'altra emissione? Domande rimaste senza risposta. Guardando anche al futuro bilancio previsionale 2022 Emanuele Santi di Rete ha affermato che ognuno dovrà rinunciare ad una parte del proprio orticello, mentre per Manuel Ciavatta del Pdcs “C'è competenza per risolvere i problemi” e si farà di tutto per tornare ad essere un paese normale. Ha sottolineato inoltre che gli organismi internazionali hanno riconosciuto i progressi compiuti da San Marino da un anno e mezzo, due anni, a questa parte. Infine Rossano Fabbri, del Mis, che ha invitato a finirla con la solita retorica del rimandare sempre all'anno successivo ciò che doveva già essere stato fatto quest'anno.