L'estratto esecutivo della sentenza della Cassazione che ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi è giunta al presidente del Senato Pietro Grasso, subito trasmessa al presidente della giunta delle immunità. L'ex premier dovrebbe però usufruire di tutto il tempo utile, che scade il 15 ottobre, per decidere se avanzare o meno la richiesta di misure alternative e nel caso se scegliere l'affidamento in prova ai servizi sociali o i domiciliari. Per Pd e Pdl c'è necessità di fare il punto dopo la condanna di ieri, 4 anni per frode sui diritti Mediaset, anche se 3 coperti da indulto. Convocati i gruppi Pdl, mentre il Pd, oltre a chiedere rispetto per la sentenza emessa, mantiene una linea cauta, col premier Letta che dice “uno stop al governo sarebbe un delitto”. Se il governo durerà o meno, è ancora tutto da vedere. Ieri Berlusconi, nel suo video messaggio, non ha dato l'impressione di volersi ritirare, definendo la magistratura “irresponsabile” ed annunciando il ritorno di Forza Italia. Sul Titano però, le preoccupazioni non mancano. “Le questioni di Berlusconi riguardano la realtà del governo italiano – premette Luigi Mazza, capogruppo DC – io auspico solo che l'esecutivo affronti tutte le questioni aperte, nel più breve tempo possibile, compresa naturalmente anche la nostra uscita dalla black list del Ministero delle Finanze, la definitiva normalizzazione dei rapporti tra noi e l'Italia avrebbe ricadute benefiche anche per loro, perché ripartirebbe la cooperazione, economica ed occupazionale”. Stesse preoccupazioni per Simone Celli, segretario Partito Socialista: “Spero che questo evento non vada ad inficiare l'iter istituzionale – dice – le nostre uniche preoccupazioni sono solo per le possibili ricadute sulla mancata uscita dalla black list”.
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