Una lunga sfilza di Istanze d’Arengo, ma è soprattutto la nomina dei capitani Reggenti per il prossimo semestre a scaldare il clima politico. Di ieri le dichiarazioni della Coalizione Riforme e Libertà che definisce “arrogante” quella avversaria per aver designato al suo interno i nomi che saliranno alla Suprema Magistratura. “L’Istituto della Reggenza è di per sé indice di garanzia –risponde Pasquale Valentini– ci siamo preoccupati di indicare persone che per qualità e ruolo fossero garanti sia del periodo elettorale che del rispetto delle istituzioni democratiche del paese”. Nessun atto di prepotenza per il segretario democristiano, ma la semplice constatazione che è cambiata la maggioranza in Consiglio.
“Se il Psd avesse portato a termine il governo dei 31 non ci avrebbe chiesto una Reggenza bipartisan!”.
Piccole schermaglie quando il conto alla rovescia dice meno 57 giorni alle elezioni. Altro discorso sull’articolo 7. Quello per intenderci abrogato dagli ultimi lavori consiliari e che vietava il voto ai neo maggiorenni esteri se non residenti da almeno un anno in territorio.
La Dc respinge l’accusa di essere ostaggio di Alleanza Popolare: “oggi i tempi, a consiglio sciolto, non consentono un provvedimento legge per permettere a 800 nuovi elettori si esprimersi il 9 novembre –spiega Valentini- si tratta di un atto straordinario per il quale è necessaria una modifica della legge elettorale. Non può essere la fretta a condizionare un argomento così importante”.
La legge pur con le sue lacune e carenze è questa, e il Patto per San Marino vuole andare fino in fondo con queste regole. Regole sulle quali non è detta l’ultima parola per la coalizione avversaria, al lavoro anche oggi per preparare il consiglio di lunedì. Intanto proporrà in aula una coppia reggenziale espressione bipartisan di entrambe le coalizioni, ma “ ci stanno a cuore anche i giovani esteri esclusi dal voto – dice Claudio Felici – Valentini sa che ci sono delle opportunità che loro non vogliono sfruttare”.
“Se il Psd avesse portato a termine il governo dei 31 non ci avrebbe chiesto una Reggenza bipartisan!”.
Piccole schermaglie quando il conto alla rovescia dice meno 57 giorni alle elezioni. Altro discorso sull’articolo 7. Quello per intenderci abrogato dagli ultimi lavori consiliari e che vietava il voto ai neo maggiorenni esteri se non residenti da almeno un anno in territorio.
La Dc respinge l’accusa di essere ostaggio di Alleanza Popolare: “oggi i tempi, a consiglio sciolto, non consentono un provvedimento legge per permettere a 800 nuovi elettori si esprimersi il 9 novembre –spiega Valentini- si tratta di un atto straordinario per il quale è necessaria una modifica della legge elettorale. Non può essere la fretta a condizionare un argomento così importante”.
La legge pur con le sue lacune e carenze è questa, e il Patto per San Marino vuole andare fino in fondo con queste regole. Regole sulle quali non è detta l’ultima parola per la coalizione avversaria, al lavoro anche oggi per preparare il consiglio di lunedì. Intanto proporrà in aula una coppia reggenziale espressione bipartisan di entrambe le coalizioni, ma “ ci stanno a cuore anche i giovani esteri esclusi dal voto – dice Claudio Felici – Valentini sa che ci sono delle opportunità che loro non vogliono sfruttare”.
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