E’ la maggioranza ad aprire il dibattito sulla vicenda Chalet, con un ordine del giorno in cui si chiede al Magistrato dirigente un riferimento sulle risultanze processuali – anche in fase istruttoria – entro il 31 maggio, anche in caso di eventuali prescrizioni o non luoghi a procedere sul piano penali. E’ un dovere istituzionale
accertare le responsabilità politiche, sottolinea Valeria Ciavatta. Per questo confidiamo nella sollecitudine della magistratura e chiediamo di avere un riferimento - a prescindere dalla responsabilità penali - affinchè il Consiglio valuti eventuali iniziative. Non vogliamo dare l’impressione, conclude, che si voglia rimandare sine die questo impegno. Alessandro Rossi chiede una riflessione politica su ciò che è accaduto al Paese negli ultimi anni e, per Cittadinanza Attiva, presenta un ordine del giorno che chiede, sullo stesso tema, una commissione di inchiesta. Racconta un meccanismo che ha prodotto una metastasi nel corpo sociale e il degeneramento delle istituzioni. La nostra Repubblica, ricorda, ha nominato quali rappresentanti diplomatici personaggi come William Colombelli che, in un ufficio con un solo dipendente faceva fatture false per 10 milioni di euro senza che nessuno se ne rendesse conto. La responsabilità, secondo Rossi, è un po’ di tutti: maggioranza e opposizione. Verso la trasparenza, sottolinea, ci siamo andati grazie al collasso economico determinato da quel sistema. Vogliamo che San marino riprenda la sua dignità, conclude, e isoli quella classe dirigente politica e non che si è resa responsabile di quel sistema. Io non ci sto, interviene Fabio Berardi, Segretario agli esteri durante la nomina diplomatica di Colombelli. Sono pronto a rispondere in qualsiasi sede, manda a dire a Sinistra Unita, precisando che la scelta non era sua e che fece tutte le verifiche allora previste. Alla maggioranza, aggiunge, ho proposto di revocare tutte le nomine, stabilendo un termine di fine carriera, riconfermando quelli che lo meritano. La sua veemenza dichiara la sua trasparenza, replica Francesca Michelotti. Le nostre frecce vanno contro le persone coinvolte davvero. Poi Cittadinanza Attiva mette in atto una iniziativa singolare. Decide di parlare con lunghe pause - un grido di protesta lo definisce - contro la mancata attuazione dell’articolo 19 bis che richiede a banche e finanziare di denunciare sul proprio sito i beneficiari effettivi. Il governo, dice, vuole ridurre al silenzio il Consiglio. Di qui la scelta di rispondere con il silenzio. Con il silenzio non si fa nulla, interviene Maria Luisa Berti. E anche lei dice: non ci sto a fare di tutti i politici dei collusi e a generalizzare la critica verso tutto il corpo diplomatico. Abbiamo, sottolinea, fiori all’occhiello come l’ambasciatore Nicola Filippi Balestra, uomo di grandissima levatura morale e professionale. Puntualizzazioni condivise da Matteo Zeppa di Rete che, sulla vicenda Chalet, ribadisce la necessità – prima di tutto – di lasciar lavorare i magistrati e il tribunale.
Sonia Tura
accertare le responsabilità politiche, sottolinea Valeria Ciavatta. Per questo confidiamo nella sollecitudine della magistratura e chiediamo di avere un riferimento - a prescindere dalla responsabilità penali - affinchè il Consiglio valuti eventuali iniziative. Non vogliamo dare l’impressione, conclude, che si voglia rimandare sine die questo impegno. Alessandro Rossi chiede una riflessione politica su ciò che è accaduto al Paese negli ultimi anni e, per Cittadinanza Attiva, presenta un ordine del giorno che chiede, sullo stesso tema, una commissione di inchiesta. Racconta un meccanismo che ha prodotto una metastasi nel corpo sociale e il degeneramento delle istituzioni. La nostra Repubblica, ricorda, ha nominato quali rappresentanti diplomatici personaggi come William Colombelli che, in un ufficio con un solo dipendente faceva fatture false per 10 milioni di euro senza che nessuno se ne rendesse conto. La responsabilità, secondo Rossi, è un po’ di tutti: maggioranza e opposizione. Verso la trasparenza, sottolinea, ci siamo andati grazie al collasso economico determinato da quel sistema. Vogliamo che San marino riprenda la sua dignità, conclude, e isoli quella classe dirigente politica e non che si è resa responsabile di quel sistema. Io non ci sto, interviene Fabio Berardi, Segretario agli esteri durante la nomina diplomatica di Colombelli. Sono pronto a rispondere in qualsiasi sede, manda a dire a Sinistra Unita, precisando che la scelta non era sua e che fece tutte le verifiche allora previste. Alla maggioranza, aggiunge, ho proposto di revocare tutte le nomine, stabilendo un termine di fine carriera, riconfermando quelli che lo meritano. La sua veemenza dichiara la sua trasparenza, replica Francesca Michelotti. Le nostre frecce vanno contro le persone coinvolte davvero. Poi Cittadinanza Attiva mette in atto una iniziativa singolare. Decide di parlare con lunghe pause - un grido di protesta lo definisce - contro la mancata attuazione dell’articolo 19 bis che richiede a banche e finanziare di denunciare sul proprio sito i beneficiari effettivi. Il governo, dice, vuole ridurre al silenzio il Consiglio. Di qui la scelta di rispondere con il silenzio. Con il silenzio non si fa nulla, interviene Maria Luisa Berti. E anche lei dice: non ci sto a fare di tutti i politici dei collusi e a generalizzare la critica verso tutto il corpo diplomatico. Abbiamo, sottolinea, fiori all’occhiello come l’ambasciatore Nicola Filippi Balestra, uomo di grandissima levatura morale e professionale. Puntualizzazioni condivise da Matteo Zeppa di Rete che, sulla vicenda Chalet, ribadisce la necessità – prima di tutto – di lasciar lavorare i magistrati e il tribunale.
Sonia Tura
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