Con l'accordo sul clima per il nostro Paese – scrive il consigliere del partito socialista Simone Celli, possono delinearsi interessanti opportunità di crescita e sviluppo se si tiene conto che il volume d’affari dell’industria verde, pari a 990 miliardi di euro nel 2005, aumenterà fino ai circa 2 mila e 200 miliardi del 2020 e che i grandi investitori finanziari sono pronti a trasferire oltre 14 miliardi di euro dai combustili fossili verso il settore delle energie a basse emissioni e, più in generale, il comparto dell’efficienza energetica.
La scarsa attenzione evidenziata dagli ultimi governi ha fatto perdere di vista la strategica importanza della green economy nel percorso volto alla definizione di un nuovo modello di sviluppo compatibile con gli standard internazionali in materia di legalità, trasparenza e cooperazione finanziaria. L’accordo di Parigi può diventare, anche per San Marino, una occasione irripetibile per dare un forte impulso all’economia delle tecnologie verdi e delle fonti rinnovabili, attraverso scelte politiche coraggiose ed innovative.
La legge di bilancio previsionale per l’esercizio finanziario 2016 poteva essere la sede appropriata per cominciare ad invertire la tendenza, ma almeno per ora non è così. L’economia verde ha bisogno di risorse e di politiche incentivanti per gli operatori del settore. La classe politica deve fare molto di più e mi auguro che le linee di indirizzo contenute nel Cop21 possano essere il pilastro su cui impostare le future politiche economiche del nostro Paese con l’obbiettivo di essere il primo Stato europeo a raggiungere il risultato dell’azzeramento delle emissioni dei gas serra.
Perché non provarci?
La scarsa attenzione evidenziata dagli ultimi governi ha fatto perdere di vista la strategica importanza della green economy nel percorso volto alla definizione di un nuovo modello di sviluppo compatibile con gli standard internazionali in materia di legalità, trasparenza e cooperazione finanziaria. L’accordo di Parigi può diventare, anche per San Marino, una occasione irripetibile per dare un forte impulso all’economia delle tecnologie verdi e delle fonti rinnovabili, attraverso scelte politiche coraggiose ed innovative.
La legge di bilancio previsionale per l’esercizio finanziario 2016 poteva essere la sede appropriata per cominciare ad invertire la tendenza, ma almeno per ora non è così. L’economia verde ha bisogno di risorse e di politiche incentivanti per gli operatori del settore. La classe politica deve fare molto di più e mi auguro che le linee di indirizzo contenute nel Cop21 possano essere il pilastro su cui impostare le future politiche economiche del nostro Paese con l’obbiettivo di essere il primo Stato europeo a raggiungere il risultato dell’azzeramento delle emissioni dei gas serra.
Perché non provarci?
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