San Marino è stato chiamato il 27 Marzo 2011 ad esprimersi su due quesiti referendari: l'entrata a far parte dell'Unione Europea e il ripristino della maggioranza qualificata per l'alienazione dei terreni statali. Come anche i promotori temevano, il referendum sull'UE è stato fatto decadere con un impegno parziale, da parte del governo, a proseguire nelle trattative per l'entrata nell'Unione Europea, considerato sufficiente dal collegio dei garanti per cancellare il quesito referendario. Le opposizioni e i promotori si sono scagliati contro questa decisione, pur dovendola rispettare, perché nella sostanza potrebbe modificare ben poco rispetto alla situazione attuale, cosa che in linea teorica non sarebbe accaduta qualora il referendum avesse raggiunto il quorum.
Rimane dunque in gioco solo l'altro quesito referendario, poichè la politica, in questo caso, non è riuscita a ritornare sui propri passi e cancellare l'insensata decisione di aver abbassato il numero di voti necessari all'alienazione dei terreni statali.
La data del referendum è stata scelta appositamente nella speranza che non si presentino abbastanza persone alle urne: noi di Sottomarino crediamo che la percentuale di SI tra i votanti sarà sicuramente elevata, perché i cittadini sono stanchi delle speculazioni sul territorio, soprattutto di quelle mascherate come investimenti per l'ampliamento delle aziende e il sostegno all'occupazione.
"Forse il rischio era quello di celebrare un referendum che non raggiungeva il quorum e che quindi bloccava qualsiasi intervento a livello europeo": questo è stato il commento da parte di un capogruppo della maggioranza alla cancellazione del referendum sull'UE. Ci sarebbe piaciuto sentire il seguente commento alla cancellazione dell'altro quesito referendario: "La celebrazione di questo referendum si è resa superflua perché la tutela del nostro territorio è tra le prime manifestazioni della nostra sovranità ed un bene supremo che avevamo dimenticato e che le persone ci hanno ricordato senza che dovessero presentarsi alle urne".
Purtroppo questa è solo utopia: la realtà ci dice che sarà il Popolo a decidere le sorti del proprio territorio votando SI il 27 marzo 2011.
Sottomarino
Rimane dunque in gioco solo l'altro quesito referendario, poichè la politica, in questo caso, non è riuscita a ritornare sui propri passi e cancellare l'insensata decisione di aver abbassato il numero di voti necessari all'alienazione dei terreni statali.
La data del referendum è stata scelta appositamente nella speranza che non si presentino abbastanza persone alle urne: noi di Sottomarino crediamo che la percentuale di SI tra i votanti sarà sicuramente elevata, perché i cittadini sono stanchi delle speculazioni sul territorio, soprattutto di quelle mascherate come investimenti per l'ampliamento delle aziende e il sostegno all'occupazione.
"Forse il rischio era quello di celebrare un referendum che non raggiungeva il quorum e che quindi bloccava qualsiasi intervento a livello europeo": questo è stato il commento da parte di un capogruppo della maggioranza alla cancellazione del referendum sull'UE. Ci sarebbe piaciuto sentire il seguente commento alla cancellazione dell'altro quesito referendario: "La celebrazione di questo referendum si è resa superflua perché la tutela del nostro territorio è tra le prime manifestazioni della nostra sovranità ed un bene supremo che avevamo dimenticato e che le persone ci hanno ricordato senza che dovessero presentarsi alle urne".
Purtroppo questa è solo utopia: la realtà ci dice che sarà il Popolo a decidere le sorti del proprio territorio votando SI il 27 marzo 2011.
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