"La vicenda “crediti Delta” che ieri ha trovato la sua definitiva conclusione, chiude una delle più dolorose pagine della storia economica della Repubblica". Lo scrive SSD che ripercorre le fasi di un fallimento che ha coinvolto "circa 1.000 posti di lavoro e alcuni miliardi di euro di valore, andati in fumo".
Sinistra Socialista Democratica ritiene il voto favorevole di lunedì scorso in Commissione Finanze per la cessione del pacchetto Arcade, contenente una parte dei crediti Delta residui, non un semplice nulla osta, ma un indirizzo per il “miglioramento delle relazioni con il ceto bancario italiano al quale - osservano - viene chiesta preventiva condivisione del percorso intrapreso, il che rappresenta una sostanziale certificazione – rimarca Ssd - che il valore realizzato per i crediti venduti è congruo e in linea con il mercato”.
Dalle banche italiane ci si attende però anche un'azione comune per chiudere equamente situazioni pregresse “come le fidejussioni e le lettere di patronage, - continua Ssd – lavorando al contempo per chiudere anticipatamente il regime 182bis, particolarmente oneroso per i creditori “e che potrà invece far recuperare a Carisp un'altra parte importante di patrimonio”. Il partito pone, inoltre, l'accento sull'importanza di vederci chiaro nella gestione della liquidazione di Delta, per capire dove sia finita quell'enorme mole di denaro mai tornata. La palla passa ora al Cda di Carisp e alla Direzione, per elaborare un piano di ristrutturazione capace di far ripartire con slancio la banca, "definendo esattamente – precisa Ssd - quale dovrà essere l'investimento dello Stato”. Auspicabili infine azioni volte "al recupero dei crediti fiscali o eventuali rientri di crediti incassati a Bologna e non distribuiti".
Sinistra Socialista Democratica ritiene il voto favorevole di lunedì scorso in Commissione Finanze per la cessione del pacchetto Arcade, contenente una parte dei crediti Delta residui, non un semplice nulla osta, ma un indirizzo per il “miglioramento delle relazioni con il ceto bancario italiano al quale - osservano - viene chiesta preventiva condivisione del percorso intrapreso, il che rappresenta una sostanziale certificazione – rimarca Ssd - che il valore realizzato per i crediti venduti è congruo e in linea con il mercato”.
Dalle banche italiane ci si attende però anche un'azione comune per chiudere equamente situazioni pregresse “come le fidejussioni e le lettere di patronage, - continua Ssd – lavorando al contempo per chiudere anticipatamente il regime 182bis, particolarmente oneroso per i creditori “e che potrà invece far recuperare a Carisp un'altra parte importante di patrimonio”. Il partito pone, inoltre, l'accento sull'importanza di vederci chiaro nella gestione della liquidazione di Delta, per capire dove sia finita quell'enorme mole di denaro mai tornata. La palla passa ora al Cda di Carisp e alla Direzione, per elaborare un piano di ristrutturazione capace di far ripartire con slancio la banca, "definendo esattamente – precisa Ssd - quale dovrà essere l'investimento dello Stato”. Auspicabili infine azioni volte "al recupero dei crediti fiscali o eventuali rientri di crediti incassati a Bologna e non distribuiti".
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