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Lo Stato delle Banche: "sostenendo quelle in difficoltà si tolgono risorse al welfare"

8 lug 2016
Lo Stato delle Banche: "sostenendo quelle in difficoltà si tolgono risorse al welfare"
Lo Stato delle Banche: "sostenendo quelle in difficoltà si tolgono risorse al welfare" - Sotto la lente di Rete, Liberamente e Lazzari npl e credito d'imposta
Non vogliono creare allarmismo ma informare. E' questo il principio di fondo che ha spinto Rete, Liberamente, Alessandro Rossi e gli indipendenti Lazzari e Pedini Amati ad affrontare un tema così delicato e quasi mai protagonista delle serate pubbliche. Per comprendere le criticità di oggi bisogna fare un salto nel passato e tornare ai tempi della Piazza Finanziaria, sistema che l'Europa già a partire dal 2000 indicava come non più percorribile. Le conseguenze pesano ancora oggi. Su due – in particolare – gli organizzatori concentrano la loro attenzione: i crediti non performanti e il credito d'imposta. Dei primi se ne tornerà a parlare nell'attesa visita di settembre del FMI. Nel frattempo si parte dai dati del 2015:1.800 milioni di npl in pancia a settembre, di cui 772 milioni le sofferenze, per un rapporto del 47% tra npl e impieghi totali delle banche. Una situazione che ci accomuna all'Islanda che però ha diviso il proprio sistema bancario a seconda dei depositi interni ed esterni, decidendo di sostenere i primi. Si tratta di un'opzione che fra le tante messe in campo è quella osservata con maggior favore, considerando che sia l'Islanda che l'Irlanda hanno anche richiamato i manager alle loro responsabilità incriminandoli – in caso di mala gestione - ed esautorandoli dal loro patrimonio. Riguardo invece al credito d'imposta: “ha un impatto forte sul bilancio rischiando di riconvertirsi in debito pubblico con ricadute sui cittadini”– accusano Rete e gli altri. Quei 155 milioni impiegati per le tre fusioni a partire dal 2011 proprio non vanno giù “perché quelle risorse – è stato detto - servono al welfare”. Non ci sono soldi per sostenere la sanità? “E' giunto il momento – avvertono – di decidere quali sono le vere priorità”. Infine, un messaggio di speranza: la situazione è grave ma nulla è perduto. San Marino ha tutti gli strumenti per cambiare rotta e riprendersi. Ma, per farlo, occorre affidarsi a persone con le mani libere da interessi diretti nelle banche.

MF

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