“Le associazioni di categoria non sono state coinvolte prima della presentazione in Aula del secondo assestamento di Bilancio”. Osla attacca per il mancato confronto mentre Anis parla di comportamento “anomalo” del Governo, “forse - commenta il Segretario Generale - dettato dalla contingenza”.
L'attenzione dell'Esecutivo è concentrata sul debito estero, “ma è anche vero – continua William Vagnini – che il confronto è necessario, perché nel bilancio possono essere inseriti interventi richiesti dalle parti sociali per aiutare imprese ed economia a gestire questo momento delicato”. Entrambe le associazioni chiedono di essere ascoltate prima dell'approvazione definitiva della legge, prevista nel Consiglio di ottobre. E se Osla lancia l'allarme per l'assenza di un piano strategico per il rilancio, gli industriali si aspettano che idee arrivino dal tavolo “San Marino 2030”, luogo deputato – afferma Vagnini - a sviluppare il confronto sul progetto di sviluppo che tutti chiedono.
Il prossimo appuntamento è fissato domani. Le associazioni di categoria guardano inoltre con grande attenzione a come verrà utilizzato il prestito. Anis chiederà un incontro specifico alla Segreteria Finanze, perché “quelle risorse – spiega Vagnini - devono essere investite per creare ricchezza e non per tappare buchi”. Osla a sua volta non vuole che vengano sperperate per la spesa corrente o per coprire crediti che non si possono riscuotere dai grandi debitori. “Saranno i giovani a ripagare il debito, ed è nostro dovere – scrive l'organizzazione degli imprenditori - dare loro gli strumenti per farlo”. Ma per il Segretario della Cdls Gianluca Montanari non dobbiamo lasciare che siano solo le nuove generazioni a ripagarlo. L'eventuale debito pubblico – afferma - “dovrà essere equamente distribuito nella società”. Occhi puntati anche sui certificati di compensazione fiscale, meglio noti come Titani.
Usl e Ucs puntano il dito contro la mancanza di confronto preventivo e sollevano diverse perplessità, a partire dall’aspetto fiscale. “Se è vero che lo Stato, in una fase iniziale, non contrae ulteriore debito pubblico, è altrettanto vero – spiegano - che al momento di incassare imposte e tasse, non riscuoterà esclusivamente euro ma, in parte, gli stessi “Titani” , creando di fatto un nuovo debito”. E ancora, dubbi sul potenziale circuito di spesa interna: “non è del tutto vero – rimarcano - che verranno erogati a titolo “gratuito” sulla Smac Card”. Per rilanciare il Paese – scrive Ucs - occorre infondere fiducia nel sistema economico, varando una norma sulla tutela del Consumo che vigili su prezzi e servizi, affinché i consumatori possano sentirsi motivati a spendere in Repubblica. E invita ad ampliare la Smac Card nella sua spendibilità.