Rete e Luca Lazzari non firmano l'ordine del giorno – approvato quindi a maggioranza - che chiude il confronto sul percorso sull'Europa. Gerardo Giovagnoli legge il testo all'Aula e critica la scelta di Rete che subito lo accusa di “caduta di stile” perchè, accusa Roberto Ciavatta, non ha detto la verità rispetto ai motivi che ci hanno indotto a non firmare l'ordine del giorno. “Non possiamo sottoscrivere che il governo ha fatto un ottimo lavoro”, afferma Ciavatta che a Giovagnoli dice “la campagna elettorale è finita un anno e mezzo fa, miseramente perduta dal suo partito” . “Abbiamo contrattato per un ora l'ordine del giorno, replica il consigliere del Psd, accogliendo almeno 5 modifiche suggerite da Rete che poi ha scelto di non firmare. Rete si nasconde dietro una frase che nel testo non c'è, aggiunge Nicola Renzi di Ap sottolineando che un ordine del giorno unanime avrebbe dato più forza alla trattativa. Speravo che l'interesse di tutti fosse superiore a quello di bassa lega. Marco Podeschi dell'Upr rimarca che su un argomento così importante servono pacatezza ed equilibrio e il socialista Simone Celli aggiunge che sulla collocazione internazionale del Paese serve forte unità di intenti. Valutazione analoga di Cittadinanza Attiva mentre Maria Luisa Berti si rammarica per la scelta di Rete di rimanere fuori. Sembra più che altro, afferma, la voglia di manifestare una differenza.
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