Fin dal dibattito preliminare all'esame degli articolati di entrambe le leggi si è confermato il muro contro muro. Da una parte la maggioranza, appoggiata in questo caso anche da Rossano Fabbri del Gruppo Misto d'opposizione, dall'altra i partiti di minoranza Libera e Repubblica Futura. Il Segretario alla Giustizia Massimo Andrea Ugolini ha introdotto il confronto in aula ripercorrendo l'iter del pacchetto giustizia, avviato con un ordine del giorno del giugno 2020 che dava il mandato di rendere l'ordinamento giudiziario conforme alle raccomandazioni internazionali, tenendo in considerazione le peculiarità della realtà sammarinese. Tra le finalità principali, indicate da Ugolini, quella di far uscire la politica attiva dal Consiglio Giudiziario e garantire massima indipendenza alla magistratura. Libera, in aperto contrasto coi testi di legge in esame, ritiene – come ha detto in aula il consigliere Morganti – che si va a stravolgere il potere di uno stato, senza contrappesi interni o esterni, stravolgendo di conseguenza anche il rapporto con gli altri due poteri.
Sottolineato inoltre che su 14 raccomandazioni del Greco ne vengono recepite solo quattro di cui una parzialmente. Inoltre, così come per Repubblica Futura, anche per Libera non si giustifica la fretta nell'approvazione delle due leggi visto che l'organismo internazionale anticorruzione aveva indicato come data la fine di marzo 2022. Per il capogruppo di Rf Nicola Renzi era meglio prendere altro tempo e a gennaio dare vita ad un confronto ampio e serrato per arrivare a testi condivisi. Quelli portati in esame, ha detto Renzi, “non migliorano lo stato di diritto, le istituzioni e non garantiscono l'imparzialità dei giudici”. Toni accesi sul pacchetto giustizia, che seguono quelli del dibattito della mattina. L'opposizione ha parlato di preoccupanti segnali di deriva autoritaria, la maggioranza ha rimandato al mittente le accuse ricordando ciò che è accaduto nella legislatura precedente a ruoli invertiti.