Dopo la “bagarre” sull'atto organizzativo Iss, il Consiglio mette sotto la lente il Decreto che recepisce il Regolamento eIDAS definendo modalità di interazioni elettroniche sicure. Di fatto viene disciplinata la prestazione di servizi fiduciari a San Marino, usati nella vita quotidiana come firma elettronica, identità digitale e pec.
Servizi che, usati solo dalla pa, non erano normati in maniera completa. Colmando il gap si consente ad operatori economici di offrire a cittadini ed imprese questi strumenti che, in quanto transazioni di valore legale, necessitano di elevati standard di sicurezza.
Negli elenchi dei prestatori di servizi di pubblica utilità – tramite emendamento del Governo - vengono ammessi, oltre ai privati, anche gli operatori economici dell'Amministrazione o partecipati dall'Eccellentissima Camera.
Non mancano le polemiche: l'opposizione chiede di bloccare il decreto ed aprire una nuova fase di confronto. Domani Motus Liberi punta il dito sulla mancata collaborazione con Amazon Web Services mentre Rete parla di un provvedimento clientelare. Il Pdcs biasima l'attacco personale e sottolinea la necessità del paese di adeguarsi alle normative europee. Ma in maggioranza non mancano i distinguo: per Gerardo Giovagnoli del Psd questo Decreto nasce già superato dall'eIDAS 2.
A riapertura di dibattito c'è il battibecco tra William Casali e Fabio Righi, a cui il consigliere della Dc riconosce – quando era Segretario Industria – la sola paternità del titolo del Decreto. "Ora mi è chiaro – gli risponde Righi - perché il processo di digitalizzazione è stato osteggiato, si voleva arrivare a questo provvedimento che rasenta il ridicolo”. Per Antonella Mularoni di RF il punto è che lo strumento non è perfettamente allineato agli standard europei ma il Segretario alle Finanze Marco Gatti fa presente che nella normativa c'è il recepimento dinamico delle ultime modifiche. Il Decreto viene approvato con 30 voti a favore e 12 contrari.
Si passa quindi alla definizione dello spread massimo e del tasso d’interesse applicati ai mutui, come concordato nel 2022 al tavolo tripartito tra Segreteria, ABS e Associazioni consumatori. Rete chiede, come atto di solidarietà per le famiglie, di ridurre ulteriormente lo spread massimo, portandolo al 2%, anche in considerazione – come sottolinea Matteo Zeppa – dell'aiuto dello Stato alle banche negli ultimi 20 anni e del miliardo di debito pubblico, effettuato – dice Giovanni Zonzini - per garantire la sopravvivenza del sistema. L'emendamento non passa, ma dalla maggioranza si alza la voce di chi, come Denise Bronzetti, fa notare che l'accordo risale a due anni fa e che da allora – dice – “è cambiato il mondo”, invitando ad un ragionamento a tutto tondo, affinché siano sempre perseguiti in prima analisi gli interessi di Stato e cittadini. Il Segretario Gatti raccoglie, aprendo ad una riflessione sulla possibilità di reintrodurre la garanzia pubblica, per favorire la concessione del credito e un tasso più basso alla luce dei rischi azzerati per le banche.
Arriva quindi l'atteso momento delle nomine dei cda delle partecipate e relativi presidenti. Fabio Pedini, indicato dal Psd, è eletto presidente di AASS; Marco Nicolini, in rappresentanza del Pdcs, dell'Azienda Lavori Pubblici; Erik Casali, per Libera, di Poste S.p.A. Le nomine di RTV, invece, sono state rinviate alla prossima seduta consiliare. “Sta diventando una storia infinita”, commenta Nicola Renzi.