L’arresto di un assessore regionale in Lombardia scatena un terremoto che potrebbe coinvolgere non solo Formigoni ma anche i governatori leghisti di Piemonte e Veneto. E’ altissima la tensione tra il Carroccio ed il Pdl. Se Maroni vuole smarcarsi a tutti i costi dalla questione morale e da Formigoni, anche dopo il durissimo nuovo monito del presidente Napolitano sulle spese dei governatori regionali, Alfano vorrebbe resettare la classe dirigente del Pdl e con il leader della Lega si chiude in conclave per trovare una soluzione al nuovo scandalo dalle conseguenze imprevedibili. Anche perché Formigoni non ha nessuna intenzione di farsi da parte e tiene duro con il Carroccio. E sulla legge elettorale le polemiche continuano. La commissione Affari costituzionali adotta come testo base la proposta del Pdl sostenuta anche da Udc, Lega e Finiani malgrado il no del Pd e Di Pietro, che annunciano tutti battaglia. Il testo su cui si lavora per andare in aula entro fine mese, se il presidente Schifani riuscirà a mantenere la promessa di un esame sprint della riforma, contiene le preferenze e un premio del 12,5% alla coalizione. Contro le preferenze c’è soprattutto il Pd; “non se ne deve parlare in tempi di questione morale”, insorge Anna Finocchiaro. E mentre il governo alla Camera incassa la fiducia sulla delega fiscale, i partiti affilano le armi per modificare in Parlamento la legge di stabilità, che non piace tantissimo neanche a Confindustria. Il ministro Grilli annuncia la “disponibilità a discutere” sulle misure, lasciando però intendere che gli spazi di manovra sono scarsi. Perché, chiarisce, per la crescita bisogna ancora sudare”.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
Riproduzione riservata ©