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Terremoto nella politica italiana dopo l'arresto dell'assessore della Lombardia

11 ott 2012
Terremoto nella politica italiana dopo l'arresto dell'assessore della Lombardia
L’arresto di un assessore regionale in Lombardia scatena un terremoto che potrebbe coinvolgere non solo Formigoni ma anche i governatori leghisti di Piemonte e Veneto. E’ altissima la tensione tra il Carroccio ed il Pdl. Se Maroni vuole smarcarsi a tutti i costi dalla questione morale e da Formigoni, anche dopo il durissimo nuovo monito del presidente Napolitano sulle spese dei governatori regionali, Alfano vorrebbe resettare la classe dirigente del Pdl e con il leader della Lega si chiude in conclave per trovare una soluzione al nuovo scandalo dalle conseguenze imprevedibili. Anche perché Formigoni non ha nessuna intenzione di farsi da parte e tiene duro con il Carroccio. E sulla legge elettorale le polemiche continuano. La commissione Affari costituzionali adotta come testo base la proposta del Pdl sostenuta anche da Udc, Lega e Finiani malgrado il no del Pd e Di Pietro, che annunciano tutti battaglia. Il testo su cui si lavora per andare in aula entro fine mese, se il presidente Schifani riuscirà a mantenere la promessa di un esame sprint della riforma, contiene le preferenze e un premio del 12,5% alla coalizione. Contro le preferenze c’è soprattutto il Pd; “non se ne deve parlare in tempi di questione morale”, insorge Anna Finocchiaro. E mentre il governo alla Camera incassa la fiducia sulla delega fiscale, i partiti affilano le armi per modificare in Parlamento la legge di stabilità, che non piace tantissimo neanche a Confindustria. Il ministro Grilli annuncia la “disponibilità a discutere” sulle misure, lasciando però intendere che gli spazi di manovra sono scarsi. Perché, chiarisce, per la crescita bisogna ancora sudare”.

Da Roma Francesco Bongarrà

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