C'è un'immagine da veicolare all'esterno: quella di un sistema paese rinnovato, che ha retto alla pandemia, pronto ad accogliere i turisti in sicurezza e ad offrire opportunità agli investitori. Uno Stato che rialza la testa nell'emergenza globale, più forte e preparato. Al team guidato dal giornalista Sergio Barducci il compito di diffondere questa fotografia fuori dai confini e curare al contempo la comunicazione istituzionale. Dopo l'incontro con il Congresso di Stato l'avvio ufficiale del lavoro di “promozione” della Repubblica.
In un'immagine vincente giocano un ruolo fondamentale anche telecomunicazioni efficienti. Sul tavolo, quindi, il progetto avviato nella passata legislatura che prevede la creazione di una rete di proprietà pubblica attraverso la società Public NetCo s.p.a. partecipata al 100% da AASS con il supporto di ZTE. Il Governo ha ricevuto la commissione nominata a febbraio per valutare se proseguire nella costituzione della rete di telefonia mobile. Al gruppo, composto da Lucio Daniele dell'Avvocatura dello Stato, Augusto Gasperoni dell'Azienda dei Servizi e dall'architetto Emanuele Valli, era stato chiesto di acquisire elementi utili a valutare profili di sicurezza informatica, regolarità amministrativa e convenienza economica. In merito ai componenti, l'AASS precisa che il proprio dipendente è stato nominato dalla politica.
In quattro mesi la commissione ha raccolto informazioni su rapporto contrattuale e infrastrutture, illustrando la relazione conclusiva al Congresso che ha espresso la volontà di incontrare il colosso cinese. Tema caldo, su cui non sono mancati scontri in parlamento nel timore di ripercussioni geopolitiche. Primo atto della nuova legislatura – si ricorderà – l'approvazione a gennaio di un ordine del giorno della maggioranza in cui si chiedeva ad AASS, in qualità di azionista unico, di sospendere in via cautelativa qualsiasi trasferimento economico verso Public NetCo in attesa che il Congresso facesse chiarezza. Da indiscrezioni di Palazzo pare che oggi il Governo abbia preso atto “con grande stupore” di alcuni passaggi, come ad esempio il fatto che nel contratto sia indicato un tribunale italiano per regolare eventuali controversie. Aspetto che viene definito “inaccettabile” e lesivo dell'immagine del paese, la cui giustizia – al di là delle note criticità – viene considerata all'altezza. Sarebbero state evidenziate, poi, incongruenze amministrative e procedure non corrette. Il grande nodo è come dirimere la situazione con un colosso come ZTE. Partita che vede – a quanto si apprende – il Governo compatto nel sostenere grandi progetti, ma attraverso – ci spiegano - trasparenza amministrativa e di opportunità dell'investimento.
Sul tavolo del Congresso anche la delibera per un nuovo Decreto che – di fatto – dovrebbe sancire la fine dell'emergenza, con la decadenza di diverse prescrizioni e in parallelo il rinnovo degli ammortizzatori sociali su cui era prevista verifica bimestrale.