Applaudito da un mare di folla nel centro storico di Varsavia, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha colto l'occasione della visita in Polonia non solo per rinsaldare i rapporti col governo nazionalconservatore, ma anche per lanciare segnali precisi a poche ore dal G20 di Amburgo, il vertice dei leader delle venti maggiori economie mondiali in cui incontrerà Putin faccia a faccia.
Segnali di certo non distensivi quando annuncia: “Insieme alla Polonia stiamo elaborando il modo di reagire ai comportamenti aggressivi e destabilizzanti della Russia”, affermando anche che Mosca ha interferito nelle elezioni americane. Poi, il discorso sull'Europa: “La Polonia, assieme agli altri Paesi della regione orientale, non deve mai più essere ostaggio di Mosca come unico fornitore di energia. Gli Stati Uniti si impegneranno per questo”. Ma le critiche alla Russia non finiscono qui: “La smetta di destabilizzare l'Ucraina, tolga sostegno ai regimi criminali”, citando come ostili i governi di Siria e Iran.
Segnali di certo non distensivi quando annuncia: “Insieme alla Polonia stiamo elaborando il modo di reagire ai comportamenti aggressivi e destabilizzanti della Russia”, affermando anche che Mosca ha interferito nelle elezioni americane. Poi, il discorso sull'Europa: “La Polonia, assieme agli altri Paesi della regione orientale, non deve mai più essere ostaggio di Mosca come unico fornitore di energia. Gli Stati Uniti si impegneranno per questo”. Ma le critiche alla Russia non finiscono qui: “La smetta di destabilizzare l'Ucraina, tolga sostegno ai regimi criminali”, citando come ostili i governi di Siria e Iran.
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