Non confermato nella Giunta Regionale, dal neo presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, l'ex assessore al Turismo, Maurizio Melucci, dice la sua in una lungo intervento sulla stampa locale riminese. Lettera in cui - in cinque punti - non fa sconti a nessuno lamentando una "giunta a trazione bolognese e modenese" e attaccando, per la sua mancata conferma, la categorie dei balneari, senza dimenticare le divisioni all'interno del Pd riminese. Premettendo di avere "sostenuto Bonaccini che, credo, sarà un buon presidente per la nostra Regione", Melucci non manca di sottolineare che, quella nuova, "in primo luogo è una Giunta a trazione bolognese e modenese: su 10 assessori ben 5 sono delle due aree" e aggiunge che "Bologna ha deleghe strategiche" come "Sanità e Trasporti, i due assessorati di spesa più importanti della regione. Mai accaduto nel passato - scrive - un peso così enorme in capo ad una sola area geografica". Quanto alle categorie dei balneari, l'ex assessore regionale al Turismo, cita la posizione tenuta dalla Regione riguardo la direttiva Bolkenstein in tema di concessioni e sostiene che "nelle settimane scorse più di un esponente dei bagnini, negli incontri elettorali con Bonaccini, ha auspicato un cambio di linea e di assessore". Giudicato positivamente l'ingresso in Giunta della parlamentare riminese, Emma Petitti, Melucci tocca il tasto delle "tribù ed i posizionamenti personali" all'interno dei Partito Democratico riminese, in cui "c'è una divisione tra chi deve per ruolo, cultura e responsabilità mantenere un profilo di governo unitario del Pd e chi non perde occasione per scardinare tutto". Tra le figure citate da Melucci, il neo consigliere regionale e ex sindaco di veruccio, Giorgio Pruccoli che non ha "la più pallida idea di cosa significhi innovare nel turismo e non solo" e l'ex candidato sindaco di Riccione, Fabio Ubaldi, "che si è distinto a livello nazionale per il rinnovamento: come è noto i cittadini di Riccione hanno innovato mandando all'opposizione il Pd". Ad ogni modo, chiosa Melucci, "non appendo le scarpe al chiodo. Non è una carica istituzionale, seppur importante, che fa la differenza nel confronto delle idee".
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