Dopo il Pd anche Beppe Grillo attacca la riforma della legge elettorale. Il comico, sempre più in ascesa nei sondaggi, se la prende con i partiti: bollando come un “colpo di Stato” il cambiamento in corsa del sistema di voto e la soglia per il premio di maggioranza approvata con i soli no di democratici e Di Pietro. Una riforma che, tuona Grillo, serve solo ad impedire che il Movimento 5 stelle vinca ed a spianare la strada a un Monti-bis nel silenzio dell’Unione europea. Un sospetto in qualche modo corroborato dall’uscita di
Schifani: «E’ indispensabile fare la riforma della legge elettorale se no Grillo ce lo troviamo all’80%», è l’in qualche modo irrituale avvertimento che il presidente del Senato lancia alle forze politiche, invitando a trovare un accordo per un testo condiviso in Parlamento.
Ma Grillo a parte, il percorso resta oggettivamente in salita, con il Pd che non arretra sull’abbassamento della soglia per il premio ed attacca il Pdl che, sottolinea Finocchiaro, vuole una legge con cui nessuno alla fine vince. E mentre il Pdl si ricompatta sulle primarie, con un Berlusconi ancora titubante sulla consultazione che potrebbe dare via a una sostanziale resa dei conti interna, il caos nel partito potrebbe aprire la strada a nuove alleanze nei moderati, con Fini pronto ad aprire con Alfano una “pagina nuova” se il segretario sosterrà l’azione riformatrice di Monti. Intanto, nel centrosinistra mentre i candidati alle primarie si preparano ai confronti della prossima settimana, Di Pietro si accinge a perdere il gruppo parlamentare alla Camera con l’addio di due suoi deputati, ed e attende l’esito della consultazione per un’alleanza con il Pd.
da Roma Francesco Bongarrà
Schifani: «E’ indispensabile fare la riforma della legge elettorale se no Grillo ce lo troviamo all’80%», è l’in qualche modo irrituale avvertimento che il presidente del Senato lancia alle forze politiche, invitando a trovare un accordo per un testo condiviso in Parlamento.
Ma Grillo a parte, il percorso resta oggettivamente in salita, con il Pd che non arretra sull’abbassamento della soglia per il premio ed attacca il Pdl che, sottolinea Finocchiaro, vuole una legge con cui nessuno alla fine vince. E mentre il Pdl si ricompatta sulle primarie, con un Berlusconi ancora titubante sulla consultazione che potrebbe dare via a una sostanziale resa dei conti interna, il caos nel partito potrebbe aprire la strada a nuove alleanze nei moderati, con Fini pronto ad aprire con Alfano una “pagina nuova” se il segretario sosterrà l’azione riformatrice di Monti. Intanto, nel centrosinistra mentre i candidati alle primarie si preparano ai confronti della prossima settimana, Di Pietro si accinge a perdere il gruppo parlamentare alla Camera con l’addio di due suoi deputati, ed e attende l’esito della consultazione per un’alleanza con il Pd.
da Roma Francesco Bongarrà
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