Andrej Ceccoli, che di Sinistra Unita è membro del Gruppo Diritti Civili, spinge sull’acceleratore e chiede un dibattito che sappia approfondire il tema delle unioni civili, delle coppie di fatto, e auspica che la Commissione pari opportunità, di cui è coordinatore, arrivi a preparare una legge contro ogni forma di discriminazione. “Quello sulle Unioni Civili -spiega– è un punto sul quale si dovrà intervenire”.
Un balzo in avanti che lascia perplessa Alleanza Popolare, che già sulla questione aveva espresso la sua posizione al momento della formazione del nuovo governo. “Non la condividiamo –aveva spiegato agli alleati– ma non ci sottrarremo certo dal contribuire ad un dibattito”. “La questione però non è oggetto del programma di governo – evidenzia Mario Venturini, che di AP è il coordinatore – abbiamo semplicemente accettato la possibilità di parlarne. Ben altra cosa è pensare ad un provvedimento legislativo. Noi restiamo fermi alla riforma del diritto di famiglia del 1986 e non siamo disponibili ad appoggiare alcun provvedimento diverso”.
Ivan Foschi mette in risalto un dibattito aperto anche in Italia: “uno degli ultimi paesi – afferma – ad affrontare la questione. Non abbiamo detto – precisa il Segretario alla Giustizia – che intendiamo attuare i Pacs a San Marino, non parliamo di matrimoni fra gay ma semplicemente di riconoscimento dei diritti anche per coloro che vivono nelle unioni di fatto. Una questione da affrontare con ragionevolezza e pacatezza, senza pregiudizi e senza irrigidimenti”. Una tirata d’orecchi ad AP che però non intende mollare un centimetro dalla sua posizione.
“Parliamone quanto ne vogliamo – dichiara Venturini - ma non pensiamo ad un provvedimento in questa legislatura. Poi ogni forza politica – conclude – è libera di portare avanti le iniziative nelle quali crede”.
A gettare acqua sul fuoco ci pensa il Segretario del PSD, Mauro Chiaruzzi, che in piena sintonia con il collega di Alleanza Popolare ricorda che ogni forza può decidere di aprire un dibattito in proposito, ma questo non vincola la maggioranza, non condiziona l’attività del governo. “Abbiamo sottoscritto un programma - dichiara Chiaruzzi – è sulla base di questo che abbiamo creato la coalizione, ed è a questo che intendiamo attenerci. Ritengo – afferma il segretario del PSD – che ancora non siano maturi né il Paese e neppure le forze politiche, certo – conclude – è un bene che si ragioni sulla questione e si pongano interrogativi, ma al momento nulla di più”.
Un balzo in avanti che lascia perplessa Alleanza Popolare, che già sulla questione aveva espresso la sua posizione al momento della formazione del nuovo governo. “Non la condividiamo –aveva spiegato agli alleati– ma non ci sottrarremo certo dal contribuire ad un dibattito”. “La questione però non è oggetto del programma di governo – evidenzia Mario Venturini, che di AP è il coordinatore – abbiamo semplicemente accettato la possibilità di parlarne. Ben altra cosa è pensare ad un provvedimento legislativo. Noi restiamo fermi alla riforma del diritto di famiglia del 1986 e non siamo disponibili ad appoggiare alcun provvedimento diverso”.
Ivan Foschi mette in risalto un dibattito aperto anche in Italia: “uno degli ultimi paesi – afferma – ad affrontare la questione. Non abbiamo detto – precisa il Segretario alla Giustizia – che intendiamo attuare i Pacs a San Marino, non parliamo di matrimoni fra gay ma semplicemente di riconoscimento dei diritti anche per coloro che vivono nelle unioni di fatto. Una questione da affrontare con ragionevolezza e pacatezza, senza pregiudizi e senza irrigidimenti”. Una tirata d’orecchi ad AP che però non intende mollare un centimetro dalla sua posizione.
“Parliamone quanto ne vogliamo – dichiara Venturini - ma non pensiamo ad un provvedimento in questa legislatura. Poi ogni forza politica – conclude – è libera di portare avanti le iniziative nelle quali crede”.
A gettare acqua sul fuoco ci pensa il Segretario del PSD, Mauro Chiaruzzi, che in piena sintonia con il collega di Alleanza Popolare ricorda che ogni forza può decidere di aprire un dibattito in proposito, ma questo non vincola la maggioranza, non condiziona l’attività del governo. “Abbiamo sottoscritto un programma - dichiara Chiaruzzi – è sulla base di questo che abbiamo creato la coalizione, ed è a questo che intendiamo attenerci. Ritengo – afferma il segretario del PSD – che ancora non siano maturi né il Paese e neppure le forze politiche, certo – conclude – è un bene che si ragioni sulla questione e si pongano interrogativi, ma al momento nulla di più”.
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