Abbiamo atteso qualche giorno per commentare le conclusioni preliminari della missione del Fondo Monetario Internazionale, in quanto per serietà e obbiettività abbiamo voluto fare qualche approfondimento.
I primi commenti dell’annuale missione “Article IV” danno un quadro chiaroscurale sullo status dell’economia sammarinese e sulle nostre prospettive.
Ci sono i rilievi positivi sul miglioramento delle relazioni bilaterali con la Repubblica d’Italia e si prende atto degli sforzi che il sistema San Marino ha fatto per adeguarsi agli standard internazionali.
Purtroppo però tale elemento non basta per uscire dalla recessione e dare al Paese delle prospettive di crescita. Ciò che manca, e qui il FMI in modo elegante lo ha sottolineato, è un progetto di rilancio per il settore finanziario. Il settore risente delle tempeste avvenute negli ultimi anni e c’è la necessità di un progetto “serio e credibile” per il rilancio del più grande Istituto di Credito della Repubblica.
I rilievi su CARISP richiedono degli approfondimenti che non possono riguardare il solo Governo e maggioranza. Il piano varato nel 2013 con la ridefinizione della governance dell’istituto avevano coinvolto nel dibattito e definizione tutte le forze presenti in Consiglio Grande e Generale.
La rilevanza sistemica della banca richiederà, a nostro giudizio, soluzioni “non ordinarie” di cui tutta la classe politica deve essere resa edotta e coinvolta.
UPR chiede su questo argomento l’attivazione di un confronto per valutare la situazione e pianificare eventuali interventi. Non ci vorremmo arrivare nella deprecabile situazione in cui spesso il Governo ci costringe di trovarci in stato di emergenza.
L’assetto proprietario, il piano di rilancio e un adeguato management per la gestione di questa complessa situazione sono elementi strategici sui quali svolgere delle riflessioni.
Altro punto che il FMI ha sottolineato sono i tagli o l’indebitamento per attuare gli investimenti infrastrutturali presentati dal Governo. Ci saremmo aspettati su questo punto un maggiore impegno del Governo anche ad attuare forme di collaborazione tecnica con la Banca Mondiale o Fondo Monetario in tema di spending review. Ci sono progetti rilevanti che queste organizzazioni hanno realizzato in alcuni Stati. Ma anche qui nulla, vaghe promesse del Governo nel 2013, criticità nella maggioranza fra chi chiede tagli nella spesa pubblica e chi non li vuole. Il risultato ci pare però uno compromesso al ribasso che manca di respiro e non fa interventi strutturali sulle dinamiche della spesa pubblica.
Ultimo punto: le riforme nel settore finanziario. Il documento FMI di quest’anno non le menziona, come invece fatto negli anni precedenti. UPR ha presentato un progetto di riforma di Banca Centrale elaborato secondo le linee FMI espresse nella relazione del 2011. Il progetto attende di essere esaminato dalla Commissione Finanze e siamo curiosi di vedere quale atteggiamento terrà la maggioranza su questo argomento. Così come ci piacerebbe sapere che fine hanno fatto gli 11 impegni assunti dal Consiglio Grande e Generale nell’ordine del giorno approvato nel febbraio 2014 con l’apporto di UPR e altre forze di opposizione.
Spesso la maggioranza, dall’alto del suo premio di maggioranza, ci rimprovera di non essere propositivi ma se lo siamo su argomenti specifici come lo è stato sul settore finanziario gli impegni sono disattesi oppure, come sul progetto di riforma di BCSM, si segue la strategia del rimando, forse per lo scarso coraggio nell’affrontare un tema molto controverso.
I primi commenti dell’annuale missione “Article IV” danno un quadro chiaroscurale sullo status dell’economia sammarinese e sulle nostre prospettive.
Ci sono i rilievi positivi sul miglioramento delle relazioni bilaterali con la Repubblica d’Italia e si prende atto degli sforzi che il sistema San Marino ha fatto per adeguarsi agli standard internazionali.
Purtroppo però tale elemento non basta per uscire dalla recessione e dare al Paese delle prospettive di crescita. Ciò che manca, e qui il FMI in modo elegante lo ha sottolineato, è un progetto di rilancio per il settore finanziario. Il settore risente delle tempeste avvenute negli ultimi anni e c’è la necessità di un progetto “serio e credibile” per il rilancio del più grande Istituto di Credito della Repubblica.
I rilievi su CARISP richiedono degli approfondimenti che non possono riguardare il solo Governo e maggioranza. Il piano varato nel 2013 con la ridefinizione della governance dell’istituto avevano coinvolto nel dibattito e definizione tutte le forze presenti in Consiglio Grande e Generale.
La rilevanza sistemica della banca richiederà, a nostro giudizio, soluzioni “non ordinarie” di cui tutta la classe politica deve essere resa edotta e coinvolta.
UPR chiede su questo argomento l’attivazione di un confronto per valutare la situazione e pianificare eventuali interventi. Non ci vorremmo arrivare nella deprecabile situazione in cui spesso il Governo ci costringe di trovarci in stato di emergenza.
L’assetto proprietario, il piano di rilancio e un adeguato management per la gestione di questa complessa situazione sono elementi strategici sui quali svolgere delle riflessioni.
Altro punto che il FMI ha sottolineato sono i tagli o l’indebitamento per attuare gli investimenti infrastrutturali presentati dal Governo. Ci saremmo aspettati su questo punto un maggiore impegno del Governo anche ad attuare forme di collaborazione tecnica con la Banca Mondiale o Fondo Monetario in tema di spending review. Ci sono progetti rilevanti che queste organizzazioni hanno realizzato in alcuni Stati. Ma anche qui nulla, vaghe promesse del Governo nel 2013, criticità nella maggioranza fra chi chiede tagli nella spesa pubblica e chi non li vuole. Il risultato ci pare però uno compromesso al ribasso che manca di respiro e non fa interventi strutturali sulle dinamiche della spesa pubblica.
Ultimo punto: le riforme nel settore finanziario. Il documento FMI di quest’anno non le menziona, come invece fatto negli anni precedenti. UPR ha presentato un progetto di riforma di Banca Centrale elaborato secondo le linee FMI espresse nella relazione del 2011. Il progetto attende di essere esaminato dalla Commissione Finanze e siamo curiosi di vedere quale atteggiamento terrà la maggioranza su questo argomento. Così come ci piacerebbe sapere che fine hanno fatto gli 11 impegni assunti dal Consiglio Grande e Generale nell’ordine del giorno approvato nel febbraio 2014 con l’apporto di UPR e altre forze di opposizione.
Spesso la maggioranza, dall’alto del suo premio di maggioranza, ci rimprovera di non essere propositivi ma se lo siamo su argomenti specifici come lo è stato sul settore finanziario gli impegni sono disattesi oppure, come sul progetto di riforma di BCSM, si segue la strategia del rimando, forse per lo scarso coraggio nell’affrontare un tema molto controverso.
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