La nostra contrarietà, rispetto all'introduzione dell'imposta "patrimoniale", è cosa nota. Insieme al Partito Socialista siamo stati gli unici, in Consiglio Grande e Generale, ad avversare questo provvedimento. Nelle ultime settimane, per questo, abbiamo sollecitato il Governo a ragionare su tre diversi temi: un serio e possibile piano di sviluppo, una nuova riforma del Catasto per dotare il Paese di una moderna classificazione degli immobili adeguandola alla realtà attuale prima di operare le più adeguate scelte di imposizione fiscale ed un forte impulso al lavoro del Gruppo incaricato per la Spending Review. Tre elementi imprescindibili che, prima di continuare la strada dell'introduzione di nuove tasse, dovevano essere considerati prioritariamente. Con la patrimoniale si sceglie purtroppo di affrontare la crisi aumentando la pressione fiscale, affiancandola al circuito di imposte “una tantum” che da straordinarie sono divenute strutturali. Mentre l'Unione Europea ha bocciato nella vicina Italia - dal punto di vista costituzionale – l’IMU poiché colpisce in modo indiscriminato e senza alcun meccanismo correttivo, il Governo sceglie proprio questa strada. Si profila, infatti, un provvedimento iniquo che colpirà pesantemente le famiglie sul valore più importante della loro vita: la casa. Di fronte a questo scenario l'Unione Per la Repubblica continuerà ad avversare questo provvedimento adoperando tutti gli strumenti a sua disposizione, valutando la possibilità di poter ricorrere al più importante strumento di democrazia diretta prevista nel nostro ordinamento: il referendum. Non invitiamo i cittadini ad uno sconclusionato "sciopero fiscale" ma ribadiamo che il Governo non può risolvere la crisi seguendo alla lettera la strada indicata dal Fondo Monetario con la ricetta: "Più tagli, più tasse". Occorre equità e una nuova piattaforma per lo sviluppo.
Comunicato stampa
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