Il Senato ha inflitto un nuovo colpo al Presidente, respingendo il provvedimento sul bilancio di governo, con la conseguente chiusura degli uffici amministrativi federali. “I democratici vogliono lo shutdown – aveva twittato Trump, poco prima del voto - per sminuire il grande successo dei tagli alle tasse”. L'opposizione, invece, accusa il Presidente di non aver lavorato per un accordo bipartisan, in particolare sugli immigrati irregolari entrati negli Stati Uniti da minorenni. Ad Andrew Spannaus - giornalista ed analista di “Transatlantico.info”, ed autore del libro “La rivolta degli elettori” - abbiamo chiesto quale prezzo politico potrebbero pagare, i democratici, per aver portato a questa situazione: già verificatasi sotto le amministrazioni Clinton ed Obama. Tutto ciò ad un anno esatto dall'insediamento di Trump alla Casa Bianca. 12 mesi caratterizzati da inchieste giudiziarie e scelte controverse, ma anche da una crescita robusta dei principali indici azionari statunitensi, e da un tasso di disoccupazione bassissimo: intorno al 4%. Unico vero punto forte dell'amministrazione, fino ad ora - secondo Spannaus -, la riforma fiscale.
Riproduzione riservata ©