Le dimissioni del Segretario Gatti sono nelle mani del Segretario della Dc ma occorre verificare che servano davvero per un rilancio dell’azione della coalizione e del Governo, diversamente non avrebbero alcun senso. E’ chiaro Pasquale Valentini che mette in rilievo il senso di responsabilità del Segretario alle Finanze, che non si sente colpevole ma non intende essere di ostacolo per l’operato del Governo. “Benché amareggiato – scrive Gatti nella lettera al suo Segretario – sono disposto a farmi da parte se il partito me lo chiede”. La Dc però non accetta di essere considerato un partito in ginocchio, costretto ad accettare diktat dagli EpS o da Alleanza Popolare. Lo schiaffo c’è stato, lo stesso Segretario parla di una ferita; è insolito che altri impongano ad un partito di rimuovere un suo rappresentante al Governo. Valentini evidenzia che la Dc si è sentita umiliata ma intende onorare l’impegno che si è assunta mettendo da parte i risentimenti. Insomma una prova dura, che dovrà verificare anche la tenuta della coalizione, la capacità di incidere sul cambiamento. Lunedì i Patto torna a riunirsi, questa volta senza Congresso di Stato, per saggiare la capacità di tenuta, la volontà di fare passi in avanti. “Il Paese – afferma Valentini – non ha bisogno di una nuova interruzione”. Insomma può apparire prematuro parlare di chi sostituisce Gatti, anche se il nome di Valentini resta il più papabile. Prima si deve confermare il quadro politico.
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