Doveva essere il banco di prova della tenuta della maggioranza e la coalizione ha risposto compatta e coesa. Non solo alla legge sul giusto processo sono stati assicurati tutti i voti delle forze al governo, ma ha potuto contare anche sulla condivisione di almeno un paio di esponenti delle opposizioni. Gongola il Segretario alla Giustizia, Ivan Foschi, sulla graticola nelle ultime settimane proprio per la decisione di riaprire l’iter di adozione della legge. Più volte aveva dichiarato che non c’erano nodi politici ma solo aggiustamenti tecnici “E così – dichiara Foschi – si è dimostrato ampiamente con il voto in commissione, dove la maggioranza ha dato prova di compattezza e di responsabilità ”. 13 dei 20 commissari si sono espressi a favore, 7 quelli contrari. Accolti un paio di emendamenti presentati dalle opposizioni, “la dimostrazione – spiega Foschi – che non c’è stata chiusura”. L’impianto del provvedimento è rimasto invariato, lo stesso già licenziato nel mese di luglio, apportate solo le integrazioni tecniche suggerite dalle banche a maggior tutela del segreto bancario. “Chiarimenti – afferma il Segretario alla Giustizia – nessun’altra aggiunta”. Già fissato l’iter legislativo del provvedimento che ora tornerà in aula consigliare, entro il mese di ottobre, forse l’ultima settimana del mese. Un testo che mette mano ad una serie di incongruenze dimostrate dal percorso processuale, la cui soluzione era ritenuta non più rinviabile
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