La verifica di maggioranza diventa la protagonista del confronto, tutto politico, che questa mattina ha impegnato il Congresso di Stato. E i toni non erano particolarmente concilianti. La proposta di un controllo preventivo da parte di Bene Comune sugli atti e le delibere di governo non è apparsa gradita ai più. Se si tratta dei grandi temi è possibile viaggiare di pari passo, i commenti. Ma sulle delibere spicciole il rischio è quello di bloccare l'operatività del governo. Nel pomeriggio l'incontro dei Segretari di Stato con i vertici della maggioranza che, intanto, sta lavorando al documento che riassumerà la verifica. Proprio quel testo dovrebbe prevedere anche le nuove forme di collaborazione. Bene Comune vuole essere più presente e attenta nei riguardi di tutta l'attività di governo. Come questo si concretizzerà, lo stabilirà proprio la conclusione della verifica. Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto, commenta il segretario della Dc, precisando che un controllo sulle delibere si fa da tempo ma che questa volta, proprio per accellerare l'operatività del governo, si sta cercando una sintesi.
Spesso, spiega Marco Gatti, perdiamo molto tempo perchè quando le decisioni dell'Esecutivo vengono analizzate dai singoli partiti il processo decisionale si allunga molto. Se invece la verifica si fa insieme le pratiche si sveltiscono. E se ci sono dubbi o necessità di chiarimento li risolviamo di comune accordo. Ci sono pratiche prettamente amministrative che non ci interessa vedere, sottolinea il segretario della Dc. Ma ce ne sono altre che hanno un significato politico e che devono essere conseguenti al percorso di spending review. Se c'è coerenza da parte del Congresso di Stato, sintetizza, non vedo quali problemi possano sorgere. Condivido, afferma, la richiesta del governo di una certa autonomia, ma vanno impostati i lavori e gli obiettivi devono essere chiari e condivisi.
Sonia Tura
Spesso, spiega Marco Gatti, perdiamo molto tempo perchè quando le decisioni dell'Esecutivo vengono analizzate dai singoli partiti il processo decisionale si allunga molto. Se invece la verifica si fa insieme le pratiche si sveltiscono. E se ci sono dubbi o necessità di chiarimento li risolviamo di comune accordo. Ci sono pratiche prettamente amministrative che non ci interessa vedere, sottolinea il segretario della Dc. Ma ce ne sono altre che hanno un significato politico e che devono essere conseguenti al percorso di spending review. Se c'è coerenza da parte del Congresso di Stato, sintetizza, non vedo quali problemi possano sorgere. Condivido, afferma, la richiesta del governo di una certa autonomia, ma vanno impostati i lavori e gli obiettivi devono essere chiari e condivisi.
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