Tra gli osservatori opinioni contrastanti sull'esito del vertice svizzero sulla pace in Ucraina: da una parte leader da tutto il mondo si sono ritrovati per parlare di dialogo e diplomazia; dall'altra un comunicato finale che in diversi non hanno sottoscritto. Riaffermata la necessità di difendere sovranità, indipendenza e integrità territoriale di Kiev.
Ma non firmano il documento conclusivo 12 Paesi, tra cui 'big' come India e Arabia Saudita, insieme a Messico, Indonesia, Sud Africa e altri. La Turchia, invece, ha aderito. Soddisfatto il presidente ucraino Zelensky che ora punterebbe a un nuovo summit aperto alla Russia. Il Cremlino, però, parla di una conferenza di pace con un'efficacia "prossima allo zero". La Cina, che non ha partecipato ma ha già invitato le parti a trovare un'intesa, non rilascerà commenti.
Al vertice anche San Marino, con il segretario agli Esteri, Luca Beccari. Il Titano, che ha aderito alla nota finale, sposa l'idea di un percorso verso la pace che non può essere una “resa dell'Ucraina”. "Il fatto che si siano messi al tavolo più di 100 Paesi su questo tema - commenta Beccari - è già un risultato". Per la guerra in Ucraina "c'è bisogno di una moral suasion internazionale, così come per altri scenari di conflitto come quello palestinese".
Per Beccari una serie di colloqui con rappresentanti di altri Stati in tema Accordo di associazione. E nei tavoli di discussione aperti durante il vertice è intervenuto sulla sicurezza nucleare. "La retorica nucleare non può essere in alcun modo appoggiata", ribadisce.
Nel servizio l'intervista a Luca Beccari (segretario di Stato Esteri)