Dopo il successo alla Casa Bianca, Mario Monti si prepara al suo secondo “esame” americano, forse quello più difficile. Il presidente del Consiglio oggi è a Wall Street. E, forte dell’appoggio promessogli da Obama, cerca di convincere non solo la politica ma anche i mercati e gli investitori statunitensi del fatto che la sua ricetta possa salvare non soltanto l’Italia ma l’intera Europa dalla crisi economica. Napolitano è ottimista. Da Helsinki, dove si trova in visita ufficiale, il presidente della Repubblica è convinto che l’Italia e l’Unione europea “possono farcela” ad uscire dalla crisi. “Se c'è chi pensa che si può essere al sicuro tornando al passato, si colloca fuori della realtà», avverte, chiedendo agli altri nove capi di Stato dell’Unione presenti con lui in Finlandia per un vertice di “esprimere più orgoglio e più fiducia» nell'Europa. «Ciascun paese deve assumersi le proprie responsabilità. L'Italia lo sta facendo con decisioni difficili e duri sacrifici». Intanto una pioggia di emendamenti si abbatte in commissione al Senato sul decreto liberalizzazioni, lasciando presagire modifiche al testo durante l’esame parlamentare. Ma Casini mette le mani avanti: “non cediamo all’assedio delle corporazioni”. E in primo piano resta la riforma della legge elettorale. Un accordo sarebbe in vista su un proporzionale con collegi uninominali. Ma il presidente del Senato
avverte: oltre al sistema per eleggere il Parlamento è necessario anche riformare la Costituzione. “Una legge elettorale – spiega Schifani – si deve applicare ad una Costituzione”; per questo cambiare il sistema di voto a suo parere rappresenta “un passaggio successivo”.
Da Roma Francesco Bongarrà
avverte: oltre al sistema per eleggere il Parlamento è necessario anche riformare la Costituzione. “Una legge elettorale – spiega Schifani – si deve applicare ad una Costituzione”; per questo cambiare il sistema di voto a suo parere rappresenta “un passaggio successivo”.
Da Roma Francesco Bongarrà
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