Nella campagna elettorale, accanto a quelle dei candidati delle varie liste, si inserisce con forza la voce del Vescovo di San Marino e Montefeltro, Monsignor Luigi Negri, che in un lungo messaggio richiama ai principi della libertà, della persone, della famiglia e della società, come primo fondamentale valore che la Chiesa considera non negoziabile. “E’ questa libertà – dice – che le istituzioni sono chiamate a servire. Irrimandabile – aggiunge – un recupero, da parte delle istituzioni, della loro vera autorevolezza e la tradizione cattolica di San Marino”.
Dichiarandosi vicino a tutti coloro che entreranno in questa vicenda elettorale da cristiani, cioè coniugando i valori della dottrina sociale della Chiesa, il Vescovo si dice vicino agli uomini che militano nella Democrazia Cristiana “che – dichiara – è il partito che ha nel suo statuto il riferimento esplicito alla dottrina sociale della Chiesa, chiedendo una profonda coerenza ideale con i principi enunciati”.
Una posizione che non mancherà di far discutere in una campagna elettorale che si annuncia piuttosto aspra fin dalle prime battute. Polemiche a distanza, infatti, nella serata di apertura, che ha visto le due coalizioni impegnate in eventi contrapposti. Riforme e Libertà attacca proprio la Democrazia Cristiana indicando i Democratici di Centro come coloro che hanno avuto il coraggio di separarsi da una parte della politica che non ha il senso dello Stato. Duro l’attacco anche ad Alleanza Popolare: “gli unici governi che l’hanno vista protagonista – hanno affermato – sono sempre caduti prima del tempo”. Verso lo coalizione avversaria accuse di essere lo schieramento degli speculatori, di chi ha sfruttato il territorio.
Dal Patto di San Marino giudizi caustici sul governo uscente. “E’ spudorato – hanno dichiarato – il fatto di poter dire oggi “Ora si può”, riproponendo le stesse forze e gli stessi contenuti di una colazione che ha dimostrato assoluta inadeguatezza”. “Il giudizio maturato in questi 2 anni – ha evidenziato Pasquale Valentini – è quello di un paese che non sta male ma è avvilito perché ha dovuto prendere atto che la politica del governo è stata distante dal paese se non contro il paese stesso”. Il Patto per San Marino evidenzia quello che considera un fatto nuovo nella politica sammarinese “che 8 forze abbiano trovato la volontà e la motivazione per dare vita ad un progetto che ha come scopo l’obiettivo di far crescere San Marino”.
Segni di tensioni anche nella trasmissione in diretta della San Marino Rtv, dove le vicende finanziarie hanno dimostrato di preoccupare sensibilmente le forze politiche. Per Giuseppe Morganti il loro peso in campagna elettorale sarà addirittura del 40%, per Roberto Giorgetti invece incideranno molto meno. Tutti concordi sulla priorità del prossimo Governo: la nomina del nuovo presidente della Banca Centrale.
Dichiarandosi vicino a tutti coloro che entreranno in questa vicenda elettorale da cristiani, cioè coniugando i valori della dottrina sociale della Chiesa, il Vescovo si dice vicino agli uomini che militano nella Democrazia Cristiana “che – dichiara – è il partito che ha nel suo statuto il riferimento esplicito alla dottrina sociale della Chiesa, chiedendo una profonda coerenza ideale con i principi enunciati”.
Una posizione che non mancherà di far discutere in una campagna elettorale che si annuncia piuttosto aspra fin dalle prime battute. Polemiche a distanza, infatti, nella serata di apertura, che ha visto le due coalizioni impegnate in eventi contrapposti. Riforme e Libertà attacca proprio la Democrazia Cristiana indicando i Democratici di Centro come coloro che hanno avuto il coraggio di separarsi da una parte della politica che non ha il senso dello Stato. Duro l’attacco anche ad Alleanza Popolare: “gli unici governi che l’hanno vista protagonista – hanno affermato – sono sempre caduti prima del tempo”. Verso lo coalizione avversaria accuse di essere lo schieramento degli speculatori, di chi ha sfruttato il territorio.
Dal Patto di San Marino giudizi caustici sul governo uscente. “E’ spudorato – hanno dichiarato – il fatto di poter dire oggi “Ora si può”, riproponendo le stesse forze e gli stessi contenuti di una colazione che ha dimostrato assoluta inadeguatezza”. “Il giudizio maturato in questi 2 anni – ha evidenziato Pasquale Valentini – è quello di un paese che non sta male ma è avvilito perché ha dovuto prendere atto che la politica del governo è stata distante dal paese se non contro il paese stesso”. Il Patto per San Marino evidenzia quello che considera un fatto nuovo nella politica sammarinese “che 8 forze abbiano trovato la volontà e la motivazione per dare vita ad un progetto che ha come scopo l’obiettivo di far crescere San Marino”.
Segni di tensioni anche nella trasmissione in diretta della San Marino Rtv, dove le vicende finanziarie hanno dimostrato di preoccupare sensibilmente le forze politiche. Per Giuseppe Morganti il loro peso in campagna elettorale sarà addirittura del 40%, per Roberto Giorgetti invece incideranno molto meno. Tutti concordi sulla priorità del prossimo Governo: la nomina del nuovo presidente della Banca Centrale.
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