“Io posso controllare 100 voti”. Una premessa che fa rabbrividire, carpita in una registrazione effettuata durante una conversazione, sicuramente in piena campagna elettorale, con alcuni candidati. A renderla pubblica Giornale.SM, postata dal suo direttore, Marco Severini, che dichiara subito la disponibilità della registrazione per la magistratura. Una frase che riporta di colpo ad altri momenti analoghi, ad altre denunce, sempre filmate, in occasione delle elezioni del 2006 e poi in quelle del 2008. Allora si parlava soprattutto di voto estero, di voti conquistati non con la forza dei programmi e delle idee, ma con la capacità molto più prosaica di organizzare viaggi e soggiorni, di pagare voli aerei e pullman turistici, di offrire gite ed escursioni, per portare a San Marino quei convinti elettori solo per mettere sulla scheda il segno indicato. Denunce di un costume tutt'altro che apprezzabile da parte di una classe politica che, alla ricerca spasmodica del consenso, non avrebbe esitato a violare le leggi che lei stessa aveva prodotto. Quei 100 voti promessi nella registrazione, sarebbero stati però di cittadini residenti, almeno nelle affermazioni dell'aspirante console in Libia, si, perché in cambio di quella nomina diplomatica tanto agognata, le preferenze promesse sarebbe raddoppiate. “Ci sono i voti della famiglia della mia compagna – dichiara l'aspirante console - poi ce ne sono altri a Fiorentino, e poi ci sono i romani”. Insomma elettori disposti a mettere la croce su qualunque simbolo e qualunque candidato, purché ricompensati in qualche modo, e politici disposti a scambiare la preferenza praticamente con tutto. Certo, come sempre servono le prove, c'è da dimostrare il dolo, si deve concretizzare la promessa, ma anche le sole intenzioni fanno rizzare i capelli. E' una bomba, quella divulgata da Severini, che arriva in un momento in cui il Paese, ma soprattutto la politica, è martoriato dalle indagini che svelano intrecci inconfessabili e scoprono somme iperboliche frutto di tangenti e altre forme di corruzione. Nel caso di questa registrazione, la vicenda riguarderebbe esponenti del partito socialista, allargando di fatto il coinvolgimento delle forze politiche attraversate da inchieste, arresti, avvisi di garanzia e altre iniziative giudiziarie. Da noi contattato il Segretario del Partito Socialista, Simone Celli, si dice molto sereno e rimanda ogni commento a comunicazioni ufficiali e atti formali, “che saranno presi - assicura – in tempi rapidissimi, nel giro di poche ore”. Non svela nulla di più, Celli, non aiuta a comprendere quali saranno gli atti formali, lasciando spazio alle più svariate supposizioni. Forse intende riferirsi a possibili dimissioni, forse vuol intendere azioni giudiziarie, o forse ancora pensa ad una resa dei conti interna al suo stesso partito? Difficile dirlo. Ma viene spontanea una domanda anche sui tempi: perché ci sono voluti due anni per svelare una simile registrazione, perché chi l'aveva a disposizione non l'ha consegnata subito alla gendarmeria o al tribunale? Anche in questo caso sarà la magistratura a fare chiarezza, che sul voto di scambio si sta concentrando nelle indagini aperte.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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