Non ne siamo affatto compiaciuti, ma purtroppo avevamo ragione quando sostenevamo che il decreto istitutivo dell’imposta straordinaria sugli immobili fosse confuso, contradditorio e mancante di quella chiarezza necessaria per comprendere quanto le famiglie e le imprese avrebbero dovuto pagare.
Siamo infatti di fronte ad un vero e proprio pasticcio burocratico che sta alimentando notevole confusione tra i contribuenti, privi delle adeguate informazioni rispetto ai meccanismi tecnici di calcolo delle detrazioni.
E’ un rompicapo, frutto dell’improvvisazione che caratterizza l’azione del governo, di cui la popolazione sammarinese avrebbe fatto volentieri a meno, ancor di più in considerazione della situazione di gravissima crisi economica e sociale che il Paese sta affrontando.
Non ci piace ripetere concetti espressi a più riprese in altre circostanze, ma il varo dell’imposta patrimoniale è stato un clamoroso errore. Metterà in ulteriore difficoltà le già sofferenti attività imprenditoriali e diminuirà drasticamente la capacità di consumo delle famiglie. L’effetto più evidente sarà un consistente appesantimento della recessione.
D’altra parte non possiamo dimenticare che la patrimoniale è solo l’ultima di una lunga serie di imposte straordinarie – poi diventate puntualmente ordinarie – introdotte nel corso della precedente legislatura e riconfermate in quella attuale, al fine di tamponare il buco di bilancio che giorno dopo giorno sta assumendo sempre di più le sembianze di una voragine. Addizionale Igr, minimum tax, imposta complementare sui servizi e tassa sugli amministratori di società sono alcuni esempi dei tanti balzelli fiscali che hanno aumentato il carico tributario sulle attività imprenditoriali e sulle famiglie.
Attività imprenditoriali e famiglie che, con un po’ di terrore, si chiedono quale sarà la prossima imposta straordinaria. La nostra opinione, ormai nota, è che non ci sia nulla di più sbagliato della politica basata sulle tasse straordinarie. Pertanto se è questa la ricetta che anche in futuro verrà proposta dal governo, la nostra azione di contrasto sarà ferma e risoluta.
Nel frattempo, però, è stata presentata in prima lettura la riforma tributaria. Purtroppo il provvedimento conferma l’impostazione dell’incremento della pressione fiscale che colpisce in modo particolare i redditi da lavoro dipendente. E’ la strada più semplice per fare cassa, dato che questi sono i redditi più facilmente accertabili. Ma è una soluzione inaccettabile. E’ infatti del tutto assente l’equità a cui in primo luogo dovrebbe puntare una riforma tributaria seria.
Queste riflessioni tuttavia portano a una conclusione: con le sole tasse il Paese è destinato a precipitare nel baratro. E’ giunta l’ora, anzi si è già in fortissimo ritardo, di riattivare la crescita economica con l’obbiettivo di attirare nuovi investimenti e progetti imprenditoriali di caratura internazionale e di creare posti di lavoro da assegnare ai tanti, troppi sammarinesi disoccupati.
In tal senso è necessaria ed urgente la definizione di un progetto organico per il nuovo modello di sviluppo, pienamente integrato con la comunità internazionale e dotato di incontrovertibili fattori di competitività. Tuttavia, al di là di innumerevoli belle parole e di affascinanti dichiarazioni di intenti, il governo al momento non esprime una visione precisa ed unitaria di quali dovranno essere le caratteristiche fondamentali su cui si dovrà basare una nuova fase di crescita sostenibile e duratura. Sarà questo il terreno su cui nelle prossime settimane si misurerà la capacità di governare della coalizione San Marino Bene Comune.
L’auspicio è che ci possa essere una netta inversione di tendenza rispetto a quanto compiuto fino ad oggi. Se così non fosse, saranno incalcolabili le conseguenze negative per la nostra Repubblica.
Comunicato stampa PS
Siamo infatti di fronte ad un vero e proprio pasticcio burocratico che sta alimentando notevole confusione tra i contribuenti, privi delle adeguate informazioni rispetto ai meccanismi tecnici di calcolo delle detrazioni.
E’ un rompicapo, frutto dell’improvvisazione che caratterizza l’azione del governo, di cui la popolazione sammarinese avrebbe fatto volentieri a meno, ancor di più in considerazione della situazione di gravissima crisi economica e sociale che il Paese sta affrontando.
Non ci piace ripetere concetti espressi a più riprese in altre circostanze, ma il varo dell’imposta patrimoniale è stato un clamoroso errore. Metterà in ulteriore difficoltà le già sofferenti attività imprenditoriali e diminuirà drasticamente la capacità di consumo delle famiglie. L’effetto più evidente sarà un consistente appesantimento della recessione.
D’altra parte non possiamo dimenticare che la patrimoniale è solo l’ultima di una lunga serie di imposte straordinarie – poi diventate puntualmente ordinarie – introdotte nel corso della precedente legislatura e riconfermate in quella attuale, al fine di tamponare il buco di bilancio che giorno dopo giorno sta assumendo sempre di più le sembianze di una voragine. Addizionale Igr, minimum tax, imposta complementare sui servizi e tassa sugli amministratori di società sono alcuni esempi dei tanti balzelli fiscali che hanno aumentato il carico tributario sulle attività imprenditoriali e sulle famiglie.
Attività imprenditoriali e famiglie che, con un po’ di terrore, si chiedono quale sarà la prossima imposta straordinaria. La nostra opinione, ormai nota, è che non ci sia nulla di più sbagliato della politica basata sulle tasse straordinarie. Pertanto se è questa la ricetta che anche in futuro verrà proposta dal governo, la nostra azione di contrasto sarà ferma e risoluta.
Nel frattempo, però, è stata presentata in prima lettura la riforma tributaria. Purtroppo il provvedimento conferma l’impostazione dell’incremento della pressione fiscale che colpisce in modo particolare i redditi da lavoro dipendente. E’ la strada più semplice per fare cassa, dato che questi sono i redditi più facilmente accertabili. Ma è una soluzione inaccettabile. E’ infatti del tutto assente l’equità a cui in primo luogo dovrebbe puntare una riforma tributaria seria.
Queste riflessioni tuttavia portano a una conclusione: con le sole tasse il Paese è destinato a precipitare nel baratro. E’ giunta l’ora, anzi si è già in fortissimo ritardo, di riattivare la crescita economica con l’obbiettivo di attirare nuovi investimenti e progetti imprenditoriali di caratura internazionale e di creare posti di lavoro da assegnare ai tanti, troppi sammarinesi disoccupati.
In tal senso è necessaria ed urgente la definizione di un progetto organico per il nuovo modello di sviluppo, pienamente integrato con la comunità internazionale e dotato di incontrovertibili fattori di competitività. Tuttavia, al di là di innumerevoli belle parole e di affascinanti dichiarazioni di intenti, il governo al momento non esprime una visione precisa ed unitaria di quali dovranno essere le caratteristiche fondamentali su cui si dovrà basare una nuova fase di crescita sostenibile e duratura. Sarà questo il terreno su cui nelle prossime settimane si misurerà la capacità di governare della coalizione San Marino Bene Comune.
L’auspicio è che ci possa essere una netta inversione di tendenza rispetto a quanto compiuto fino ad oggi. Se così non fosse, saranno incalcolabili le conseguenze negative per la nostra Repubblica.
Comunicato stampa PS
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