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Consiglio: bilancio previsionale, si va verso il pareggio ma l'opposizione critica il "come"

21 set 2018
Alessandro Izzo e Michele Muratori
Alessandro Izzo e Michele Muratori
La seconda variazione del bilancio per l'esercizio finanziario 2018 non presenta grandi novità. Quello che emerge è che si va verso il pareggio. Il disavanzo finanziario, previsto inizialmente a 2 milioni e 980.000 e passato in seguito alla precedente variazione a 11 milioni e 554.000, ora supera di poco i 7.800.000. “Fermo restando – dice Celli - l'obiettivo prioritario dell'equilibrio per il 2018, in sede di chiusura del Bilancio consuntivo si dovranno rivalutare tutte le voci al fine di conseguire maggiori entrate e minori uscite”. Si posticipa all'esercizio 2019 lo stanziamento di 10 milioni del Piano Pluriennale degli Investimenti per la realizzazione di infrastrutture ed opere pubbliche e vengono stanziati 100.000 euro per l'avvio del “Progetto San Marino Bio". 1 milione e 800.000 arrivano da confische di beni, fondi e valori mentre dalle imposte di registro 500.000 euro in meno. I costi della politica aumentano di 500.000 euro e dalla patrimoniale si prevedono due milioni in meno.

“Il fatto che non ci siano grandi novità è una novità” - commenta Luca Boschi, ricordando gli stravolgimenti in assestamento del passato. La scelta di tendere al pareggio di bilancio – rimarca – è la condizione necessaria per presentarsi agli appuntamenti importanti”. Alessandro Mancini lo bacchetta: “Arriviamo al pareggio non con nuove entrate ma con interventi che incidono su consumi, capacità di spesa delle famiglie, nessun investimento. La cosa assurda è che dobbiamo arrivarci per chiedere i soldi fuori. Quindi recessione dell'economia interna e finanziamento estero. Vi sembra logico?”

“Nessuna posizione è stata assunta sul fondo monetario o su altre azioni – puntualizza Marica Montemaggi -, “sarebbe invece auspicabile che la politica facesse un percorso di confronto e collaborazione”. “Un assestamento che sembrerebbe innocuo – dice Pasquale Valentini – si inserisce in un contesto di burrasca totale. Il pareggio arriva mentre il governo parla di debito pubblico di oltre 800 milioni e che verrà chiesto un prestito di 300 milioni”. Non piace all'opposizione che per arrivare al pareggio si sia deciso di rinviare ancora una volta gli investimenti per le opere pubbliche. “Rimetterebbero in moto – dice Iro Belluzzi – un comparto che sta soffrendo come l'edilizia”. Nel mirino della minoranza anche i prelievi di liquidità da parte dello Stato all'Azienda dei Servizi. “Sono stati sottratti dagli utili oltre 4 milioni di euro per sostenere la spesa corrente – rimarca Giancarlo Venturini - mettendo a rischio sviluppi dell'AASS e interventi futuri. Dopo circa dieci anni di attivo ora si prevede un deficit di 3 milioni di euro. Il governo sta rastrellando a destra e a manca per fare quadrare i conti”. “ È dal 1992 – gli risponde Roberto Giorgetti - che si è iniziata questa pratica. Lo ha fatto anche il Governo in cui Venturini era Segretario al Territorio. Diventa un problema se si creano scompensi nell'AASS ma il prelievo di per sé non lo è”.

La maggioranza sottolinea l'equilibrio del bilancio, Alessandro Bevitori parla di “prudente gestione dei conti pubblici”. “Lo schema di variazione – dice Giuseppe Morganti - certifica che il bilancio ha anche nel 2018 una sua tenuta. È un messaggio preciso ai mercati. Ora servono riforme strutturali, ci auguriamo che per questo percorso si possano trovare alleanze diverse. Abbiamo le braccia aperte ma anche senza convergenze andremo avanti lo stesso. Il Segretario sa che c'è tutto il supporto della maggioranza”.

“Mi sembra invece che si stia giocando al monopoli con Celli che pesca nelle caselle degli imprevisti e probabilità” - commenta Matteo Zeppa. Non si parla quindi solo di bilancio, ma anche dell'annuncio sulla stampa di Renzi di un prestito di 300 milioni da chiedere al Fondo Monetario “senza che ci sia stato alcun confronto preventivo”. Torna anche Cassa, la vendita dei crediti Delta, la relazione della Grant Thorton.

Su Carisp Lorenzo Lonfernini di Repubblica Futura si guadagna ringraziamenti dall'opposizione quando sostiene che la politica deve chiedere agli amministratori di Cassa di occuparsi dell'interesse dell'istituto intraprendendo le azioni possibili nel rispetto delle leggi per recuperare tutto ciò che si può dai debitori. “Tutti devono impegnarsi, il governo in primo luogo, anche perché chiederemo sacrifici nei mesi prossimi a tutti i nostri concittadini”. “ Il nome del debitore lo faccio – dice Roberto Ciavatta – la Leiton per 13 milioni e mezzo di euro. Poi, partendo dal bilancio, chiede allo Stato di intervenire a deficit sui due asset strategici industria e commercio, “fregandocene del pareggio e del FMI. Rilanciando l'economia e la base imponibile. Solo questo ci impedisce di andare contro un muro. Va rivisto tutto”.


MF

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