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Da quel 29 Ottobre 1950 "Il cielo è sempre più blu"

Auguri a Rino Gaetano che oggi spegnerebbe 69 candeline

di Mirco Zani
29 ott 2019
Da quel 29 Ottobre 1950  "Il cielo è sempre più blu"

“Ma il cielo è sempre più blu”, è il pezzo che nel 1975 fa compiere a Rino Gaetano il gran salto in cima alle classifiche, per lui nato a fine Ottobre del 1950 da una famiglia povera è il sogno della vita.

Il giovane Rino è costretto a lasciare la sua Crotone dove ha trascorso tutta la sua infanzia, per raggiungere la capitale Roma sperando insieme i genitori di trovare lavoro. Aspirante Geometra con scarsa attitudine verso i banchi di scuola, coltiva da subito i suoi interessi verso il teatro e il suo mondo. Impara a suonare la chitarra e compone le sue prime canzoni, ma il suo modo scanzonato e ironico di proporee i suoi pezzi viene considerato da subito "troppo originale e poco in linea" con lo stile del periodo piuttosto serioso e di stampo ideologico. Viene però lo stesso notato da alcuni discografici romani suscitando in loro una certa curiosità. Continua la sua esperienza teatrale interpretando la volpe in una versione musicale di"Pinocchio" per ragazzi , contemporaneamente incide il suo primo 45 giri sotto lo pseudonimo  di“Kammamuri’s” dal titolo “I love you Marianna”.

Ma è ancora troppo fuori dagli schemi, il  conformistico universo della discografia italiana fatica a capirlo, loguarda con un misto di compatimento e pena. Ma il giovane Rino non molla e nel 1974 incide un intero disco “Ingresso libero”. Ma solo l'anno dopo che con “Ma il cielo è sempre più blu”,  nel 1975 compie il gran salto in cima alle classifiche. 

Siamo nel 1976 esce il suo secondo LP, questa volta molto atteso, “Mio fratello è figlio unico”, partorito dopo lunghi anni di sperimentazioni e di prove. All’interno, un altro hit  “Berta filava” rimasta nell'immaginario musicale italiana.

Da qui parte il periodo in cui il giovane cantautore Rino Gaetano si impone all'attenzione della musica come "quello fuori dalle righe" una sorta di grillo parlante, siamo tra il 1976 e il 1978. La sua caratteristica diventa quella di far divertire ma facendo riflettere su temi delicati e difficili da affronatre in musica... ma lui lo fa e anche bene. Incide due album “Aida” (1977) e “Nuntereggaepiù” (1978)

riscuote consensi sempre più consistenti, fino all'apoteosi di "Gianna" canzone che lo vede sul palco dell'Ariston alla 28a edizione del Festival di San Remo, classificandosi al terzo posto alle spalle di Anna Oxa e Matia Bazar. Nel 1979 esce “Resta vile maschio dove vai”


 


che vede la scrittura del brano omonimo di Mogol, si impone all'attenzione però con "Ahi Maria" che diventa la hit di quella estate e porta Rino dalla piccola casa discografica alla grande RCA , con una serie di tournee che aumentano la sua popolarità in maniera esponenziale. Ma ogni rosa ha le sue spine e quella di Rino Gaetano si chiama "crisi artistica" che arriva puntualmente dopo l'uscita di “E io ci sto” (1980),

disco non del tutto riuscito che porta il cantautore a cercare nuove collaborazioni con Riccardo Cocciante e i New Perigeo (con i quali incide un ormai introvabile Q-disc).

Purtroppo anche il destino aveva i suoi progetti non più rimandabili. Il Fato, o chi per lui, se lo porta via il 2 Giugno 1981, alla verde età di trentuno anni, a seguito di un terribile incidente automobilistico alle prime luci dell’alba sulla romana via Nomentana. La sua morte prematura, da più parti subito accostata a quella di un altro grande “outsider”, Fred Buscaglione, ha tarpato per sempre le ali all’evoluzione di un artista che ha saputo essere imprevedibile e che avrebbe sicuramente regalato altre, forse folli, forse più meditate, sorprese.



















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