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L'epoca d'oro del Rock in mostra a Milano

25 feb 2015
“Quando fotografo le persone non mi piace dare alcuna indicazione. Non ci sono parrucchieri né make-up artist in giro. Sono come un giornalista, solo che uso una macchina fotografica; reagisco ai miei soggetti nel loro ambiente, e se va bene, mi immergo a tal punto nella situazione da diventare un tutt’uno con la mia fotocamera”. Era così Jim Marshall e le sue foto ne esprimono all'estremo la filosofia.

Lunedì 2 marzo, presso Leica Galerie Milano, apre la mostra LIKE A ROLLING STONE – L’epoca d’oro del Rock nelle fotografie di Jim Marshall, che raccoglie una selezione delle più significative fotografie scattate dal grande fotografo americano, che ha immortalato con la sua Leica, tra gli anni Sessanta e Settanta, tutti i più grandi musicisti della scena musicale rock, folk, blues e jazz, dai Rolling Stones a Jimi Hendrix, dagli Who a Woodstock fino a Johnny Cash e ai Beatles. Grazie ai suoi profondi legami di amicizia con molti di loro, Marshall è riuscito a ritrarli in situazioni e momenti unici.

Jim Marshall nasce nel 1936 e cresce nel Fillmore district di San Francisco, culla del rock degli anni sessanta e sede del leggendario Fillmore West di Bill Graham. Già da ragazzo si innamora della musica e comincia a frequentare i locali di North Beach e dieci anni più tardi comincia a fotografare i musicisti che si alternano sul palco con uno stile insolito per l’epoca, fatto di scatti spontanei e in luce ambiente.

È stato l’unico fotografo ammesso all’ultimo concerto dei Beatles, al Candlestick Park di San Francisco e al leggendario concerto di Johnny Cash nelle prigioni di Folsom e San Quentin. È stato chief photographer a Woodstock dove ha immortalato gli Who che si esibivano all’alba, ha fotografato Jimi Hendrix che dava fuoco alla sua Stratocaster sul palco del Monterey Pop Festival, gli Allman Brothers al Fillmore East di New York e Miles Davis al primo festival sull’isola di Wight. E soprattutto ha seguito per anni i Rolling Stones nei loro tour, accompagnandoli più come un amico che come un fotografo, vivendo i loro momenti pubblici e quelli di intimità, senza mai tradire la loro fiducia.

In quegli anni ha creato un corpo di lavoro in cui ogni fotografia è capace di raccontare la personalità dell’artista più che l’ego del fotografo. E se le sue stesse foto sembrano musicali, sembrano quasi cantare, non è un caso. Jim lo spiegava in modo semplice, “Io vedo la musica…”.

Nel 2014, a quattro anni dalla sua scomparsa, è stato insignito - caso unico per un fotografo – di un Trustees Award nel corso della 56/mo edizione dei Grammys. L’esposizione dedicata al grande fotografo del rock anticipa gli eventi sul rapporto tra fotografia e musica in programma alla Leica Galerie di Milano. Tra gli appuntamenti imperdibili del mese di marzo: #LeicaRollingStone in collaborazione con il mensile Rolling Stone

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