Gli amanti del caffè hanno un segno di riconoscimento inaspettato: li accomuna un batterio intestinale, che è da 6 alle 8 volte più abbondante in chi consuma regolarmente questa bevanda.
Lo indica lo studio internazionale pubblicato sulla rivista Nature Microbiology e guidato dall'Università di Trento, al quale ha collaborato anche l'Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Il batterio, chiamato Lawsonibacter asaccharolyticus, non sembra avere un ruolo particolarmente rilevante in termini di salute, ma lo stesso approccio con il quale è stato studiato potrà essere applicato ad altri alimenti alla ricerca di quelli che dimostrano di avere effetti benefici, per regimi alimentari sempre più personalizzati.
I ricercatori coordinati da Nicola Segata hanno analizzato i dati sul microbioma intestinale di oltre 22mila individui. I risultati indicano un'evidente relazione tra il consumo di caffè e la presenza in elevate quantità del batterio L. asaccharolyticus, che si fa ancora più marcata per chi lo beve in dosi elevate. Questa relazione è stata poi confermata in laboratorio.