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Farsi un bel pianto è salutare, meglio in compagnia

Perchè dopo ci si sente così bene? Chi piange di più? Le lacrime sono di tipo diverso?

di Lia Fiorio
19 feb 2020
Farsi un bel pianto è salutare, meglio in compagnia

Quante volte, magari dopo aver visto un bel film commovente, esclamiamo: Ah! Che bel pianto mi sono fatta! Una frase al femminile perchè gli studi confermano che le donne piangono di più rispetto all'altra metà del cielo. Le prime da 30 a 64 volte all'anno, i maschi da 6 a 17. Altri dati ci dicono che la durata media del pianto femminile è di 16 minuti, quella maschile 5 scarsi.

Non è solo una questione ormonale, ma soprattutto culturale. E qui casca l'asino: trattenere questa esternazione emotiva non è affatto un vantaggio. Insegnare ai maschietti a non piangere significa bloccare una predisposizione fisiologica nella fase di sviluppo. Alle bambine è consentito e così sono più libere. Una differenza che si rivela più importante nell'adolescenza.

Purtroppo il pianto adulto viene considerato una forma di debolezza, da evitare, da nascondere. Invece ha una grande valenza sociale per esempio. Aiuta a farci sentire meno soli e cementa le relazioni con chi empatizza con noi vedendoci piangere.  Biochimicamente poi il nostro corpo rilascia ormoni che gestiscono lo stress e antidolorifici naturali come le encefaline. 

Per terminare vediamo come sono fatte le lacrime. Contengono acqua, lipidi e proteine. Sono di tre tipi: quelle principali, che lubrificano l'occhio e le tengono puliti; quelle di reazione, per intenderci quando si taglia una cipolla, o quando entra il famoso bruscolino nell'occhio; le psichiche, che versiamo a seguito di un'emozione.

I primi due tipi sono da "lacrimazione". Le terze contengono più proteine, e rappresentano il vero pianto. Scendono più dense e più lente lungo le guance, si riconoscono a prima vista. 




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